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Reception

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Recensione
13-02-2016 : DRUMCORPS
Il poliedrico cammino artistico di Aaron Spectre, originario del Massachusetts e successivamente cittadino del mondo per molti anni, è la chiave di lettura più importante da carpire per comprendere appieno cosa significhi per lui il raggiungimento di questo suo ultimo traguardo produttivo a nome Drumcorps. Originariamente batterista in diverse band dalle sonorità heavy in patria ed influenzato da progetti come Converge, Cave In o Nine Inch Nails, si sposta poi a New York dove viene a contatto per la prima volta con l'elettronica. Jungle, drum'n'bass ma anche ambient sono il suo pane quotidiano, ed oltre ad ascoltarle...
 
Recensione
13-02-2016 : THE VICTIM'S BALL
Con l'ormai fatidica cadenza annuale prosegue la metamorfosi del progetto di Roberto Massaglia, che già col precedente e sesto opus "La Chimera" aveva spinto con forza verso strutture darkwave, conservando solo in parte quel piglio sinfonico/marziale di cui avevano beneficiato i precedenti lavori. In questa settima fatica - racchiusa in un gradevole digipack completo di libretto - il suono della creatura del musicista milanese si fa ancor più diretto ed essenziale, arrivando a lambire certo goth-rock (le due tracce d'apertura) ma col cuore rivolto alla vecchia scuola darkwave, come sia la più sognante...
 
Recensione
13-02-2016 : CLIMAX DENIAL
A dispetto di una discografia sterminata e fissata sui formati più disparati, l'act americano Climax Denial ha all'attivo soltanto due album in CD, il secondo dei quali è uscito giusto pochi mesi fa - in confezione digipak a sei pannelli - per i tipi dell'esperta connazionale Malignant Records. Il progetto di Alex Kmet è sicuramente uno tra i più interessanti della scena statunitense nata dopo la fine dello scorso millennio. La sua cruda insistenza su tematiche voyeuristico-sessuali, riconducibili ad una maniacalità tutta moderna pullulante di raffinati riferimenti psicotici, apre le porte di un universo...
 
Recensione
13-02-2016 : VV.AA.
L'ottima label francese pubblica il primo capitolo di una serie di compilation concettualizzate dal musicista ceco Lubos Cvrk (la mente dietro al progetto Ambientium), incaricato della selezione dei progetti da coinvolgere - oltre che del mixaggio delle tracce, legate come in un unico grande flusso - onde riuscire a creare delle vere e proprie 'storie' per suoni e visioni. I generi proposti sono quelli cari all'etichetta, ossia IDM, downtempo e glitch, in una chiave che presta particolare attenzione a quell'ampia area sonora definita 'ambient electronica', fra assoluti esordienti (Mandrax e Synapsia) e progetti con una certa discografia alle...
 
Recensione
13-02-2016 : OLD SPARKY
Il quinto album del progetto cagliaritano, "Sneaky Pop" (di fine 2012), aveva visto il mastermind Fabio Desogus tornare a lavorare con altro personale come nei primi anni 2000, dopo un rientro in solitaria decisamente electro-oriented e privo di parti vocali come il valido "Lighthouse" del 2008. Il recupero di un sound più organico era stato senz'altro positivo, ma deve cedere il passo per questo breve compendio dell'attività discografica di Old Sparky, che infatti lascia fuori proprio i brani di "Sneaky Pop" per concentrarsi sulle realizzazioni più propriamente elettroniche, andando a...
 
Recensione
13-02-2016 : HATI
Il collettivo Hati recupera un pugno di brani risalenti al periodo 2011-2012 allorché la band era composta da tre elementi (Rafal Kolacki non figura infatti nell'attuale line-up), per dare alle stampe un album più evocativo rispetto alle derive prettamente sperimentali e industriali percorse negli ultimi lavori. Assemblati con la solita attenzione per le ritmiche e composti usando un ampio numero di strumenti etnici e ricercati (flauti, ocarina, didgeridoo, oltre ad una lista sterminata di percussioni assortite), i sette pezzi di "Metanous" cercano l'evocazione di ambienti mistici per mezzo di un ritualismo riflessivo....
 
Recensione
13-02-2016 : CHEMICAL SWEET KID
A tre anni di distanza dall'esordio su Danse Macabre "Broken Wings", il progetto electro-industrial di Julien Kidam, compositore, vocalist ed autore di tutti i testi, aiutato in sede live dai synth di Kora Li, torna rinnovato nelle sue sonorità sempre sotto l'egida della label tedesca, che pubblica lo scorso settembre questo "The Speed Of Time", terza opera in studio dopo il succitato album e l'esordio autoprodotto "Tears Of Pain" del 2011. Lasciate alle spalle le tracce dalla carica future-pop e dark-electro del secondo album, formate da synth sporchi e ritmiche martellanti, il musicista di Metz porta ora...
 
Recensione
13-02-2016 : DEATH IN ROME
Che il neofolk fosse un genere sul viale del tramonto non è una novità, e un progetto come Death In Rome non poteva che giungere in tale momento. La band, avvolta da una fitta coltre di mistero che ne oscura anche la provenienza geografica, ha alle spalle solo un singoletto su CDr (cover di "Careless Whispers" degli Wham!, edito ad inizio 2015) che anticipa alcuni mesi la pubblicazione del presente 7". Il background del gruppo affonda profondamente le radici nella tradizione neofolk, di cui vengono ripresi tutti i cliché visivi, formali e sonori per ripercorrerli in maniera ironica e curiosa. Dal punto di...
 
Recensione
13-02-2016 : HEXN
Lavoro d'esordio per l'act italiano Hexn, oscura realtà di cui si conosce ben poco sia per la relativa giovinezza artistica, sia per un voluto alone di mistero che vi aleggia attorno. Il concept del debut, nonché dell'intero progetto, è imperniato sull'alchimia del titolo, ripercorsa attraverso una serie di immagini evocate coi suoni e rivissuta come un arcano ancestrale alla cui base vi è la suprema conoscenza ormai perduta. Le atmosfere di stampo ritual-esoterico non disdegnano uno sguardo verso l'oriente e le sue sfaccettature occulte, rese più efficaci da una registrazione in presa diretta che rende il...
 
Recensione
13-02-2016 : POTERNA
Album d'esordio per questo solo-project russo gestito da Shilov, già attivo nel duo Order Of Victory e nei Sacris Tandem (entrambi noti per alcune release di ambito marzial-industriale). "Fate" prende le mosse da una critica totale del genere umano, il cui dono di pensare viene utilizzato in maniera impropria per mezzo di idee che stanno conducendo verso un suicidio globale. Tema un po' abusato che tocca la questione annosa della decadenza e dell'era del Kali Yuga, il tutto interpretato con le modalità compositive proprie dell'ambient-industrial più cupo e ferroso. L'album è strutturato in quattro lunghe...
 
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