13-02-2016
CLIMAX DENIAL
"Dehumanizing Environments"
(Malignant Records)
Time: CD (46:42)
Rating : 7.5
A dispetto di una discografia sterminata e fissata sui formati più disparati, l'act americano Climax Denial ha all'attivo soltanto due album in CD, il secondo dei quali è uscito giusto pochi mesi fa - in confezione digipak a sei pannelli - per i tipi dell'esperta connazionale Malignant Records. Il progetto di Alex Kmet è sicuramente uno tra i più interessanti della scena statunitense nata dopo la fine dello scorso millennio. La sua cruda insistenza su tematiche voyeuristico-sessuali, riconducibili ad una maniacalità tutta moderna pullulante di raffinati riferimenti psicotici, apre le porte di un universo scopofilo sorretto e commentato da una colonna sonora fatta di ruvida elettronica industriale. I quattro lunghi pezzi di "Dehumanizing Environments" si pongono meno aggressivi e contorti del solito, puntando su una semplicità che parte da pulsazioni continue e linee tonali sovrapposte. La calma ipnotica crea l'atmosfera giusta per una situazione di attesa o di intensa osservazione (come suggerito dall'eccellente artwork firmato da André Coelho) in cui tutto tende a ripetersi fino allo sfinimento. I drones circolari trasmettono un denso effetto claustrofobico costituito dall'osservatore solitario e dall'oggetto del desiderio. Rispetto ai lavori precedenti, Alex opta per un profilo più basso, evita esplosioni tonali e descrive a meraviglia un senso di fredda disperazione fotografata in momenti di isolazionismo torbido. La prima parte del lavoro appare più densa di colori, quasi pimpante nella sua melmosa composizione. Con gli ultimi due pezzi tutto tende invece a spegnersi, i pochi riverberi e i minimi cenni sonori trasmettono l'inquietudine mortuaria di individui scollegati dalla realtà, succubi di ignote passioni paranoiche. Lontano dalla dark ambient così come dal rumorismo tout-court, l'album diventa una sorta di apologo calibrato su un profilo mentale borderline. Una tra le migliori uscite del 2015 per la Malignant e una conferma delle (insane) capacità compositive di questo attivissimo progetto americano.
Michele Viali
https://www.facebook.com/Climaxdenial/
http://www.malignantrecords.com/