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Recensione
02-07-2018 : SCHATTENSPIEL, VERNEY 1826
SCHATTENSPIEL, VERNEY 1826
Uscito sul finire dello scorso anno nel formato CDr in soli 100 esemplari numerati a mano in uno spartano jewel-case, questo full-length realizzato a quattro mani da Sven Phalanx e Lionel Verney (già sodali negli Schattenspiel fondati dal primo) potrebbe essere l'ultimo a recare la firma Verney 1826, causa la mancanza di tempo da dedicare al progetto da parte del mastermind Lionel. Staremo a vedere, augurandoci che così non sia, ma prima che ciò accada i seguaci di Verney 1826 possono ancora sfruttare questa opportunità per apprezzarne le gesta, per l'occasione assieme ad un progetto affine non solo per l'amicizia....
 
Recensione
06-06-2018 : THE MYSTERY OF THE BULGARIAN VOICES Featuring LISA GERRARD
THE MYSTERY OF THE BULGARIAN VOICES Featuring LISA GERRARD
La tedesca Prophecy mette a segno un grande colpo, pubblicando un lavoro che unisce autentiche icone della vocalità: il celeberrimo e pluripremiato coro femminile a cappella The Mystery Of The Bulgarian Voices, nato nel lontanissimo 1952 e precedentemente noto come Le Mystère Des Voix Bulgares, forte di una lunga tradizione che ha visto negli anni avvicendarsi direttori e coriste, e Lisa Gerrard, storica voce dei Dead Can Dance che nella sua lunga ed encomiabile carriera, oltre ad essere stata cofirmataria di prestigiose soundtrack come quelle per "Il Gladiatore" e "The Insider", ha collaborato ad altissimi....
 
Recensione
06-06-2018 : DEATH IN ROME
DEATH IN ROME
Il ritorno dei Death In Rome, fortunata e misteriosa band che ha fatto dell'incrocio tra cover mainstream e canone neofolk il suo cavallo di battaglia, è all'insegna di una maggior ricercatezza nei pezzi da reinterpretare, così come di una più attenta realizzazione in fase tecnica. "V2" annovera tra i suoi brani alcune rivisitazioni di tracce tanto note quanto decisamente azzeccate (formidabile la virata in chiave maestosa e titanica della scarsa "Lambada" o gli Ace Of Base che suonano in stile Laibach), così come passaggi più prigionieri del brano d'origine ("It's A Sin").....
 
Recensione
10-05-2018 : NYTT LAND
NYTT LAND
Il quartetto siberiano, balzato agli onori delle cronache a tinte scure ad inizio dello scorso anno con "Fimbulvinter" (primo lavoro per la britannica Cold Spring), si conferma particolarmente attivo e vitale, tornando col nuovo full-length - il quinto, se si include anche l'eponimo esordio digitale - a soli quattordici mesi dal suddetto opus. Con una line-up pienamente confermata, cui si aggiungono solo alcuni ospiti per completare il lavoro vocale/corale (incluso il figlio di Anatoly e Natalya Pakhalenko, di soli quattro anni), i Nostri proseguono nel loro affascinante discorso di recupero delle antiche sonorità folk....
 
Recensione
19-04-2018 : HARVEST RAIN
HARVEST RAIN
Ristampa di uno dei migliori album di Harvest Rain: uscito originariamente nel 2007 per i tipi della OPN, "Blood Hymns" raccoglie quanto di buono ha saputo mettere insieme il progetto americano in circa quindici anni di carriera. Profondamente legato alla classicità neofolk, l'album si snoda attraverso 14 ballate costruite su meste armonie di chitarra, battute da una drum-machine dal retrogusto marziale, una voce malinconica e di grande effetto scenico ed alcuni arrangiamenti sinfonici che sanno dare una notevole impronta di pathos. L'ombra dei Death In June, come di tanti nomi generati negli anni a venire dal sound totemico....
 
Recensione
19-12-2017 : ART ABSCONs
ART ABSCONs
Nuovo album per il menestrello mascherato Art Abscon, che stavolta, pur rimanendo fedele al suo stile incrociato, sembra voler ampliare lo spettro d'azione in una direzione anche naif e giocosa. Tenendosi ancora aderente a titoli in tedesco e in assenza di testi a supporto, Michael Tellbach (iconico titolare del progetto) riprende le fila del discorso riallacciandosi a classici arpeggi neofolk collegati ad un sostrato magico-folklorico, connubio che ne ha scandito tutta la carriera. A venire meno sono alcune partiture ambiental-industriali che trovavano posto in alcuni dei precedenti album, per fare spazio ad un lavoro più attento....
 
Recensione
17-11-2017 : OPIUM DREAM ESTATE
OPIUM DREAM ESTATE
Di nuovo Francia nei nostri ascolti con gli Opium Dream Estate. La band, o meglio, la one-man-band nata agli inizi del 2000 si ripropone al pubblico con questo "Some Kinds Of Ghosts", che arriva a ben cinque anni di distanza dal precedente "Funeral In Narragonia". Il sound proposto dal mastermind Sébastyén D. affonda le proprie radici nel folk americano e nel neofolk europeo, creando una sorta di fusione fra i due generi. In "Some Kinds Of Ghosts", tuttavia, è la componente country americana a prevalere, genere in cui Sébastyén sembra dare il meglio di sé. Il disco inizia....
 
Recensione
13-10-2017 : NOXVOX
NOXVOX
La sempre attenta Rage In Eden tiene a battesimo il debutto dei polacchi Noxvox, trio che unisce in maniera particolare e personale un'elettronica dalle tinte drammatiche ad elementi folk di ampia concezione e ad un piglio sinfonico carico di pathos. Un mix reso ancor più intrigante dalla scelta di utilizzare la lingua madre per i cantati, che si rivelano ben congegnati nonostante la difficoltà di adattare un idioma come il polacco ad un contesto musicalmente arioso e melodico. Ad alimentare la curiosità per il suono dei Nostri vi è poi la strumentazione impiegata, che include strumenti a corde tradizionali quali....
 
Recensione
25-09-2017 : KRZYSZTOF PENDERECKI
KRZYSZTOF PENDERECKI
Ascoltare un disco come questo, e in generale la musica creata dal compositore e direttore d'orchestra polacco Krzysztof Penderecki (classe 1933), fa rivalutare l'intera concezione di 'musica oscura' che un individuo può aver maturato in anni e anni di ascolti e ricerca nelle nicchie più cupe del suono. Contenente quattro composizioni create fra i primi anni '60 e '70, "Kosmogonia" uscì unicamente in vinile per la Philips nel 1974, e solo ora, grazie all'interessamento della sempre più imprescindibile Cold Sping, viene finalmente stampato nel formato CD con un'accurata opera di masterizzazione ed una....
 
Recensione
15-06-2017 : JOY SHANNON AND THE BEAUTY MARKS
JOY SHANNON AND THE BEAUTY MARKS
Uscito il primo giorno di maggio, poco più di due anni dopo l'ottimo "Mo Anam Cara", "Aes Sídhe" è il settimo album dell'artista californiana Joy Shannon e dei suoi Beauty Marks, che ben abbiamo imparato a conoscere su queste pagine. La Shannon ed i suoi preziosi sodali hanno già ampiamente dimostrato di meritare un posto di assoluto rilievo nella scena dark-folk dai tratti celtico-pagani, e questa nuova fatica in studio (confezionata in un gradevolissimo digifile a sei pannelli, ma disponibile anche in audiocassetta su etichetta Cloister Recordings) ne è l'ulteriore riprova. Ancora una....
 
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