06-06-2018
DEATH IN ROME
"V2"
(SPQR)
Time: CD (52:12)
Rating : 7.5
Il ritorno dei Death In Rome, fortunata e misteriosa band che ha fatto dell'incrocio tra cover mainstream e canone neofolk il suo cavallo di battaglia, è all'insegna di una maggior ricercatezza nei pezzi da reinterpretare, così come di una più attenta realizzazione in fase tecnica. "V2" annovera tra i suoi brani alcune rivisitazioni di tracce tanto note quanto decisamente azzeccate (formidabile la virata in chiave maestosa e titanica della scarsa "Lambada" o gli Ace Of Base che suonano in stile Laibach), così come passaggi più prigionieri del brano d'origine ("It's A Sin"). D'altro canto, ci si discosta dalle radici pop-wave per abbracciare pezzi meno frequentati e rivisti con una malinconia e grandezza classiche, capaci di trasformare in un'affabile e struggente ballad un qualsiasi pezzo dimenticato e usurato dal passare degli anni. È così che hanno nuova vita gioiellini impensati, resi scintillanti da arpeggi acustici, basi sinfoniche e percussioni altisonanti, in un mix che in parte rimanda al neofolk ma che sembra volersi avvicinare, anche per l'attenzione peculiare agli arrangiamenti e alla voce suadente e profonda, a certe soluzioni che incrociano l'underground con un pop oscuro e borderline (Spiritual Front). Ad aprire il disco è una delle rare tracce originali della band, che anche alle prese con i propri componimenti sembra in grado di dare un tocco personale ad un genere da cui ha saputo trarre il massimo profitto artistico. In sintesi, un altro eccellente risultato per quella che è oggi una delle più interessanti ramificazioni generate dal neofolk. Giustamente premiata con una tripla edizione in CD (500 copie in elegante digipak a sei pannelli), vinile (345 copie) e nastro (100 copie).
Michele Viali