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Recensione
24-11-2020 : SCATTERFACE
SCATTERFACE
Il tedesco Chris Techritz non è certo uno sprovveduto, avendo iniziato a comporre musica sin dai 16 anni d'età ed essendo già stato coinvolto in una band prima d'ora (i =fudge=), ma questo suo primo lavoro a nome Scatterface denota un grosso problema di fondo: qual è la direzione che il progetto intende seguire? Perché un conto è avere ampie e disparate influenze, ma ben altra cosa è saperle convogliare all'interno di un preciso sound, altrimenti il rischio è quello di saltare da un genere all'altro senza che vi sia una linea rossa che leghi ed attraversi le composizioni. Che a Chris....
 
Recensione
15-10-2020 : CUCURBITOPHOBIA
CUCURBITOPHOBIA
Abbiamo incontrato per la prima volta il compositore newyorchese Rob Benny e la musica del suo progetto Cucurbitophobia - nato nel 2018 - esattamente un anno fa, in occasione dell'uscita del suo terzo album "As All Eyes Set Upon You", e dopo un paio di release digitali di minor durata, lo ritroviamo alle prese col suo quarto lavoro sulla lunga distanza. Fervente appassionato di colonne sonore e tematiche horror, il musicista statunitense ha dato vita al suo progetto interamente strumentale proprio per ricreare le atmosfere a lui care, sfruttando principalmente il piano, ma anche percussioni, chitarre, tastiere e campionamenti,....
 
Recensione
29-09-2020 : ERIK WØLLO / MICHAEL STEARNS
ERIK WØLLO / MICHAEL STEARNS
Oltre ottant'anni complessivi di carriera è quanto mettono sul piatto il norvegese Erik Wøllo, la cui vasta produzione solista è trasversalmente apprezzata, e l'americano Michael Stearns, rinomato compositore ad ampio raggio celebrato soprattutto per la sua attività nel mondo delle colonne sonore (in particolare a supporto del lavoro di Ron Fricke). Un bagaglio d'esperienza enorme che trova - come suggerisce il titolo dell'album - una convergenza piena e tangibile, in cui i due decani intrecciano synth e chitarre con tutta la classe e la maestria che è lecito attendersi da professionisti così....
 
Recensione
08-09-2020 : NIMH & RAPOON
NIMH & RAPOON
Nasce in seno all'attività dell'ottima Winter-Light un sodalizio inatteso quanto gradito: quello tra il veterano inglese Robin Storey (Rapoon) ed il prolifico artista nostrano Giuseppe Verticchio (Nimh), insieme in questa release a quattro tracce rilasciata nelle 300 copie dell'essenziale digipack. Un incontro artistico non certo campato per aria, visto che Nimh si era avvicinato alle sonorità tipiche di Rapoon con "Circles Of The Vain Prayers" del 2016, album in cui quegli esotismi tribali cari al progetto dell'ex Zoviet France avevano giocato un ruolo importante. Fra le pieghe dell'ambient mista all'utilizzo di....
 
Recensione
19-06-2020 : MARK SEELIG
MARK SEELIG
Era dai tempi di "Disciple", realizzato in proprio nel 2005 e poi ristampato dalla Projekt nel 2010, che l'americano Mark Seelig non firmava un album in solitaria, avendo collaborato attivamente in lavori firmati assieme ad altri musicisti del calibro di Steve Roach, Byron Metcalf, Sam Rosenthal, Loren Nerell etc... Questa sua nuova fatica, alla quale il succitato Nerell collabora con soundscapes e droni, è proprio l'ideale seguito di "Disciple", in cui Mark si cimenta non soltanto coi fatidici flauti Bansuri di bambù, ma anche con dilruba (il violoncello indiano), violino elettrico, chitarra acustica e canti....
 
Recensione
19-06-2020 : PLEXIPHONES
PLEXIPHONES
Attivi già da diverso tempo (il loro disco d'esordio, "News From The Colonies", è del 2011), i tedeschi Plexiphones, dopo ben tre anni, pubblicano "Break In The Clouds", loro terzo album che, fin dal titolo emblematico, suggerisce alcuni cambiamenti all'interno di quello che è il loro stile: se con il precedente "Electric" si viaggiava sulle ali di un corpulento pop intriso di arrangiamenti certosini dove, per merito di una buona produzione, nulla veniva lasciato al caso, in "Break In The Clouds" si preferisce allestire un impianto sonoro che, pur presentando la solita attenzione....
 
Recensione
29-05-2020 : STEVE ROACH
STEVE ROACH
Con una carriera quasi quarantennale ed una serie di pubblicazioni sempre numericamente fitta (nel 2020 in corso siamo già a quota sei, benché quella in esame sia l'unica ad uscire anche nel formato fisico), Steve Roach non ha davvero bisogno di ulteriori presentazioni. Questo doppio album "The Sky Opens" racchiude in poco meno di 140 minuti l'intero set che il decano dell'ambient ha eseguito dal vivo il 30 agosto dello scorso anno nell'inusuale cornice della Prima Chiesa Metodista Unita di Pasadena, in California, di fronte a 1200 persone e nell'ambito della "Ambient Church Series" curata da Brian Sweeny.....
 
Recensione
29-05-2020 : CRYSTAL CAGE
CRYSTAL CAGE
Progetto decisamente enigmatico questo act finlandese, nato nel 2017 e con all'attivo una manciata di release digitali, fra cui i quattro EP che la francese Anywave ha scelto di riunire e pubblicare sul finire del 2019 in un pregevole box-set diviso in due audiocassette. Quella di CC è un'elettronica dal taglio filmico ed ambientale che presenta gustose sfumature coldwave e synthwave, soprattutto nei due EP riuniti nel primo nastro, in cui ambientazioni algide, sospese e futuristiche ricche di fascino creano un'atmosfera tanto misterica quanto post-apocalittica che è la base ideale per gli eterei contributi vocali della....
 
Intervista
07-05-2020 : BOHREN & DER CLUB OF GORE
BOHREN & DER CLUB OF GORE
Se c'è un progetto musicale che, partendo da prerogative altre, ha messo d'accordo in maniera trasversale gli amanti delle sonorità più plumbee ed oscure, accomunando sotto un unico tetto estimatori di generi fra loro differenti come darkwave/goth, ambient, doom metal e quant'altro, questo è senza dubbio Bohren & Der Club Of Gore. Il suono del celebrato act tedesco, pur affondando le proprie radici nella raffinatezza del jazz più noir, ha saputo fare breccia nei cuori degli amanti delle sonorità notturne con la sola forza degli strumenti, sfruttati al meglio da musicisti dotati di gusto e....
 
Recensione
29-03-2020 : BOHREN & DER CLUB OF GORE
BOHREN & DER CLUB OF GORE
Ascoltare un disco dei Bohren & DCOG al buio, con la tensione opportunamente sciolta da un buon bicchiere di rosso, lasciando per una volta da parte quel maledetto cellulare, è un momento di autentica evasione verso un mondo sospeso, in cui gli strumenti del trio tedesco delineano atmosfere irripetibili in quello stile "doom ridden jazz" (o "detective-jazz", come la stessa band direbbe adesso) unico e forgiato in quasi trent'anni d'impeccabile carriera. Ad ogni nuova uscita del colosso doom-jazz ("Patchouli Blue" è l'ottava sulla lunga distanza) ci s'interroga sul dove, in una personalissima....
 
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