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Recensione
24-02-2015 : [13:75+0:11MLD]
[13:75+0:11MLD]
Giovanissimo progetto polacco giunto al terzo lavoro da studio, [13:75+0:11MLD] (nome a dir poco curioso) vede i suoi inizi nel 2013 con l'uscita dell'album "Pulsar", edito sia su CD che in cassetta, a cui ha fatto seguito la pubblicazione scaricabile "Voices From Other Worlds Between Cold Dimension". Il nuovo "Fields Of Jupiter" consta di tre lunghe tracce che presentano caratteristiche tra loro molto simili: stilisticamente si tratta di una dark ambient galattica costruita con mezzi moderni, incentrata su drones massicci e cupi che si muovono lenti e sinuosi. Le strutture ampie e sconfinate trasmettono un senso....
 
Recensione
12-02-2015 : SEALED IN BLOOD
SEALED IN BLOOD
Progetto non molto conosciuto, attivo dal 2003, Sealed In Blood è incarnato dal polacco Funeral, già impegnato nel duo black metal Goat Thron, venuto meno a causa del suicidio dell'altro membro Dagon e successivamente rifondato in stile drone-ambient. Il background cupo dell'autore sembra essere il filo conduttore delle tante produzioni che ha firmato (spesso su nastro), passando dal rock all'elettronica. Le 8 tracce del disco traducono in maniera unilaterale il titolo "Death Is The Part Of Life", evitando l'aggressività post-industriale e ambient-noise e preferendo un profilo dimesso, fatto di piccoli cenni....
 
Recensione
12-02-2015 : MORTUM EXABYSS
MORTUM EXABYSS
Nome ungherese nato nel 1997, Mortum Exabyss inizia a firmare lavori prima tramite autoproduzioni e poi attraverso la propria label personale, che ha ormai all'attivo un ampio numero di uscite. Lo stile del progetto prende le mosse dall'ambient glaciale e vagamente mortuaria che ha percorso i decenni passati, creando le proprie strutture sonore a partire da field recordings cesellate in studio e valorizzate da una resa audio importante, in grado di dare lustro ad ogni minimo dettaglio. "Solarvoid" è sorretto da un tema ambizioso: le relazioni che intercorrono tra l'uomo alla ricerca dell'Uno e l'universo. Spunto che si....
 
Recensione
26-01-2015 : IRM
IRM
Dopo quattro anni di silenzio torna a farsi sentire questo storico progetto svedese, già assistito nel suo percorso artistico - tra gli altri - anche dalla Cold Meat Industry e accasatosi attualmente presso la Malignant Records, una delle più importanti etichette ancora in vita nel settore post-industriale più radicale. "Closure..." segna la conclusione di una trilogia iniziata nel 2008 col 12" "Indications Of Nigredo", edito da Segerhuva, e continuata con quello che era fino ad ora l'ultimo album del progetto: "Order4" del 2010. Rispetto al lavoro precedente viene abbandonata la....
 
Recensione
26-01-2015 : DESIDERII MARGINIS
DESIDERII MARGINIS
Tra i più interessanti progetti di seconda generazione nati sotto l'egida della Cold Meat Industry, Desiderii Marginis è anche uno tra i pochi che ha saputo variare la ricetta dark ambient scandinava con inserimenti acustico-melodici, riuscendo ad attraversare un periodo di tempo lungo (nasce nel 1997) per giungere con immutato gusto creativo fino ai giorni nostri, segnati dal recente doppio album "Hypnosis" (edito dalla Cyclic Law). La Zoharum appronta una retrospettiva che raccoglie brani editi esclusivamente in compilation o in release rare (la collaborazione "Lost Signals From Unknown Horizons" messa a....
 
Recensione
26-01-2015 : SKULLFLOWER
SKULLFLOWER
Nato con il fine di creare un connubio tra il noise e la psichedelia, il progetto inglese Skullflower ha attraversato quasi trent'anni modificando la propria formazione (da sempre capitanata da Matthew Bower) e cercando di generare un rumore monolitico tramite la distorsione di note di chitarra 'fotografate' con una resa audio lo-fi e scarna. "Draconis" segna per molti versi una svolta che vede da un lato il permanere delle classiche stratificazioni rumoristico-tonali, e dall'altra la ricerca di una comunicatività sottile che rimanda ad esoterismi e magie ancestrali. L'artwork ci collega, senza riferimenti specifici, all'alba....
 
Recensione
10-01-2015 : LINGUA FUNGI
LINGUA FUNGI
Quarto full-length per il progetto Lingua Fungi, che per l'occasione utilizza e mette a punto registrazioni datate ad un lontano 2006, quando il monicker finnico si accingeva a pubblicare il primo album da studio. "Melankthon" consta di cinque lunghe tracce concepite usando field recordings e partiture strumentali acustiche, senza coinvolgere software e ulteriori mezzi elettronici. Presentato in maniera vaga come l'interpretazione di una particolare malattia narrativa, nonché studio antropologico basato su materiale raccolto all'uopo, l'album sembra far leva sulla figura di Filippo Melantone, protagonista in illo tempore....
 
Recensione
10-01-2015 : THE RITA
THE RITA
Piuttosto che trattare i soliti argomenti disturbanti e macabri, The Rita (al secolo Sam McKinlay) incentra il suo ultimo lavoro sull'analisi delle posizioni del piede nel balletto classico. Tema singolare il cui fascino risiede nell'intreccio di disciplina, armonia e sofferenza che caratterizzano le innaturali movenze imposte dalla danza. L'album, diviso in due pezzi, trova nella title-track il proprio fulcro, riassumibile in un esperimento rumoristico che nasce all'interno del tema trattato, trasponendo in forma audio l'asprezza, il dolore e le tempistiche del ballo. Montando un microfono lungo la gamba della ballerina Kelly Davis, McKinlay....
 
Recensione
29-12-2014 : PUANTEUR DE CHARNIER/KLVER
PUANTEUR DE CHARNIER/KLVER
Split album tra due piccole realtà francesi: da un lato Puanteur De Charnier, fautore di una industrial-electro marziale vecchia maniera, e dall'altro Klver, noisier di ultima generazione dedito all'ambient cupa. Cinque tracce per l'uno, quattro per l'altro, più un brano realizzato insieme per due nomi che in definitiva non hanno molto in comune, se non la provenienza geografica e il campo d'azione limitato ad una ristretta cerchia di seguaci. PDC rimane fedele a sé stesso lavorando su basi ritmiche in bilico tra la marcia militare e l'harsh-EBM anni '90. Qualche rumore di rifinitura, motivi sintetico-industriali e....
 
Recensione
11-12-2014 : KHOST
KHOST
Album d'esordio per questo duo inglese, proveniente da Birmingham e composto da Andy Swan (già attivo in varie band, tra cui Iroha e Final, nonché autore di collaborazioni con Justin K Broadrick/Godflesh) e Damian Bennett. La struttura degli otto brani in scaletta è uniforme e vede generalmente la proposizione di un tema sonoro armonico d'avvio, coperto e doppiato da un muro doom-noise di natura elettroacustica. Le partiture melodiche spaziano dalla classicità di "14 Daggers", garantita dal violoncello di Jo Quail, ai fiati di "Hypocrisy Banality Possession", che riecheggiano rituali antichi....
 
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