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Recensione
11-08-2011 : SIX DEAD BULGARIANS & OGNI VIDENIY
SIX DEAD BULGARIANS & OGNI VIDENIY
Torniamo a dare spazio alle misteriose, suggestive e sempre interessanti uscite della russa Vetvei, che continua imperterrita a sviscerare il meglio dell'estremo underground ambient/ritual/industrial di casa propria. Russi sono infatti sia Ogni Videniy, progetto di cui vi abbiamo già parlato, che Six Dead Bulgarians, act i cui esordi su nastro risalgono finanche al 1995: in questa release a quattro mani, rigorosamente confezionata nel classico e pregevole cartoncino a sei ante (nella consueta edizione in CDr professionale, limitata a sole 181 copie numerate a mano), i due nomi collaborano attivamente su registrazioni avvenute durante....
 
Recensione
11-08-2011 : COCK E.S.P.
COCK E.S.P.
Il navigato collettivo americano Cock E.S.P. dà vita ad un personale tributo ai tanti progetti a cui in vario modo è legato, e lo fa con quella sua tipica porno-ironia battuta da movenze noise e power-electro. Il titolo fornisce subito la dimensione dell'opera, divisa in 99 tracce che spaziano da un minimo di 10 ad un massimo di 40 secondi di durata. Ogni 'brano' è un fugace inchino ad un grande nome del passato, richiamato alla memoria con un titolo storpiato in chiave hard-sex e con suoni che, nella loro tremenda aggressività, concentrano l'essenza del gruppo a cui si fa riferimento. Le modalità....
 
Recensione
21-07-2011 : MZ. 412
MZ. 412
Quarta delle cinque ristampe programmate per la storica formazione black industrial svedese, e stavolta tocca a quel "Domine Rex Inferum" che usciva per la Cold Meat Industry nell'ottobre di dieci anni fa. Se col precedente "Nordik Battle Signs" erano stati messi da parte taluni eccessi black metal comparsi in precedenza e si era passati ad un lavoro più rifinito e cerebrale, con la fatica in esame il viaggio nella dimensione maligna scava ancor più a fondo nei meandri della psiche, grazie ad un suono che accantona buona parte della violenza di un tempo, spingendo sulla minacciosità di trame nere come....
 
Recensione
21-07-2011 : INFILTRATOR
INFILTRATOR
Infiltrator si presenta avvolto da una fitta coltre di mistero: non vengono infatti resi noti i nomi coinvolti nel progetto e il CD è frutto di un recupero di materiale risalente ad oltre 20 anni fa, circolato su nastri nei circuiti underground dell'epoca ed ora rimanipolato e ricostruito ad hoc. Veniamo inoltre a sapere che i membri della band - di origine svedese - hanno passato l'ultima decade della loro vita entrando ed uscendo da ospedali psichiatrici, e non a caso lo stesso disco viene definito un documento relativo ad aspetti della patologia mentale. Quanto credere a tutto ciò? Forse qualcosa di vero c'è, ma forse....
 
Recensione
21-07-2011 : EN NIHIL/ELYSEUM
EN NIHIL/ELYSEUM
Split album tra due sperimentatori estremi: l'americano Adam Fritz, in arte En Nihil, che presenta una sorta di sinfonia industrial-meccanica divisa in otto movimenti collegati tra loro, e l'inglese Elyseum, al secolo Mark Angel, padre di una cupa suite di oltre mezz'ora. La prima parte è incentrata su di una rutilante power-electro, frutto di distorsioni violente, brutali loop circolari, cacofonie meccaniche impazzite e disturbanti frequenze analogiche. Merzbow e la scuola japanoise non sono troppo distanti, se non fosse per una minima alternanza di esplosioni furenti e qualche ruvido ma tranquillo passaggio. En Nihil non dosa....
 
Recensione
21-07-2011 : SCHUSTER
SCHUSTER
Chi segue Darkroom Magazine avrà già avuto modo di leggere il nostro positivo parere sugli australiani Schuster, act sperimentale nato alla fine degli anni '80, scomparso dalla circolazione per un lungo periodo e poi riemerso in tempi recenti grazie all'interessamento di Tim Bayes, uno dei membri fondatori. Come per il precedente lavoro "Breaking Down Into His Own Oblivion", uscito lo scorso anno, anche questa ultima fatica si pone lontana dai soliti filoni dell'underground oscuro, rimanendo però globalmente legata ad un approccio industrial, debitore - soprattutto a livello strutturale - più della....
 
Recensione
14-07-2011 : LUNAR ABYSS DEUS ORGANUM + HATTIFNATTER & NEZNAMO & KSHATRIY & VRESNIT
LUNAR ABYSS DEUS ORGANUM + HATTIFNATTER & NEZNAMO & KSHATRIY & VRESNIT
Scoprire la misteriosa etichetta russa Vetvei e le sue interessanti produzioni, sempre confezionate in edizioni dalla splendida veste grafica, limitate e numerate a mano, è stata una delle esperienze sonore più stimolanti nell'anno in corso. La label gestita da Sergey Ilchuk, mastermind dell'ottimo progetto Vresnit, sta radunando il meglio del semisconosciuto - ma qualitativamente importante - sottobosco industrial/ambient russo, e non è certo un azzardo asserire che siamo di fronte ad un catalogo davvero impeccabile e già piuttosto corposo, sapientemente edificato nel giro di soli due anni. Tanta qualità e....
 
Recensione
14-07-2011 : AKOUSTIK TIMBRE FREKUENCY
AKOUSTIK TIMBRE FREKUENCY
Akoustik Timbre Frekuency aveva già trovato posto nelle pagine del nostro magazine in relazione a due delle sue tantissime realizzazioni, e nonostante la singolarità del moniker - di sicuro non per tutti i gusti - non ci siamo lasciati sfuggire l'occasione per tornare a parlarne. Come già sapranno i pochi e fidati adepti, i suoni/rumori di Priapus23 - mastermind del progetto - sono delle miscele lo-fi di strumenti ritualistici e/o di fonti sintetiche generate per intensificare e accompagnare rituali magici. Un'attitudine che rimanda indubbiamente a nomi come Zero Kama, primi Ain Soph, Nekrophile Rekords e - a livello....
 
Recensione
06-07-2011 : DRAUGURINN
DRAUGURINN
Avevamo parlato dell'esordio di questo solo-project svedese al femminile nel primo aggiornamento di questo 2011, per un disco uscito solo pochi mesi prima grazie alle attenzioni della promettente Le Crépuscule Du Soir, etichetta in bilico fra sonorità dark ambient/drone/ritual e le derive black metal più atmosferiche e meno 'ortodosse'. "Daudadá" si è rivelato un debut eccessivamente acerbo ed oltremodo debitore nei confronti dell'immaginario sonoro/visuale del black metal, palesando una scarsa preparazione tecnica che l'evidente mancanza del giusto feeling non è riuscita a celare, o per lo....
 
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06-07-2011 : I AM ESPER
I AM ESPER
Proviene dagli Stati Uniti questo singolare e prolifico act capitanato da Justin Palmieri. Diviso tra drones, doom e ambient, I Am Esper trova i suoi fondamenti in temi baritonali di chitarra elettrica accostati a field recordings ed oggetti improvvisati, il tutto manipolato con una buona dose di improvvisazione. "Glowing Valleys" è composto da cinque lunghi brani basati su stratificazioni distorte di riff, di norma dilatati e prolungati fino a diventare una sorta di ammasso dronico dai toni cupi, aritmico e sporadicamente ("Mid Night") rafforzato da minimi sottofondi di noise. Le tracce non differiscono mai troppo....
 
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