11-08-2011
SIX DEAD BULGARIANS & OGNI VIDENIY
"2137"
(Vetvei)
Time: (56:34)
Rating : 7.5
Torniamo a dare spazio alle misteriose, suggestive e sempre interessanti uscite della russa Vetvei, che continua imperterrita a sviscerare il meglio dell'estremo underground ambient/ritual/industrial di casa propria. Russi sono infatti sia Ogni Videniy, progetto di cui vi abbiamo già parlato, che Six Dead Bulgarians, act i cui esordi su nastro risalgono finanche al 1995: in questa release a quattro mani, rigorosamente confezionata nel classico e pregevole cartoncino a sei ante (nella consueta edizione in CDr professionale, limitata a sole 181 copie numerate a mano), i due nomi collaborano attivamente su registrazioni avvenute durante il passaggio dall'anno lunare 2136 al 2137, segnatamente dal 13 al 14 di febbraio del 2010. L'opera è presentata come "un simbolo di liberazione da tutta la negatività accumulata nell'anno che si conclude e lo sviluppo delle qualità positive nel nuovo anno", come recitano le note interne, e ciò ha inevitabilmente richiesto che il concepimento di queste undici tracce avvenisse proprio durante la fase di passaggio che i festaioli occidentali identificano come 'capodanno'. L'opera in esame affonda le proprie radici nella tradizione Bon (il più antico corpus di insegnamenti originati e diffusi nella regione tibetana) con influenze dal buddismo, e per crearla i due act hanno impiegato strumenti come campane tibetane, percussioni di legno e metallo, sabbia, scacciapensieri, voce e, ovviamente, un adeguato supporto elettronico. Ciò che ne è scaturito è un suono dove la ritualità percussiva, talvolta intensa e penetrante, ma più spesso serpeggiante, si colora di tinte astrali, abbracciando una spiritualità universale strettamente connessa ai dettami delle culture da cui trae ispirazione. Al solito per gli act di casa Vetvei, la qualità del suono si rivela ottima, e nel profondo e imperscrutabile buio cosmico della notte di passaggio all'anno 2137 ogni minimo scampanellio si guadagna il proprio spazio nel flusso ambientale, apportando ciò che serve alla definitiva credibilità di un lavoro certamente non facile da assimilare, ma senza dubbio degno di fare da ideale 'colonna sonora' al momento che ha inteso fissare su dischetto. Ancora un'uscita degna della massima attenzione degli estimatori del genere, per un'etichetta che non sbaglia un colpo.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.myspace.com/sixdeadbulgarians