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Recensione
05-10-2024 : 400 LONELY THINGS
400 LONELY THINGS
È stata la Cold Spring a portare lo scorso anno, dopo un ventennio di produzioni in proprio o per piccole label di settore, il nome 400 Lonely Things all'attenzione di quel pubblico più ampio che sicuramente l'act statunitense meritava, ed è sempre l'etichetta britannica a dare alle stampe l'ultimo album "The New Twilight", uscito solo poche settimane fa. Craig Varian, mastermind del progetto, non si è comunque precluso la possibilità di pubblicare in proprio uscite "minori" (più che altro nel senso della tiratura limitata), tant'è che, prima di "The New Twilight",....
 
Recensione
22-04-2024 : KENTIN JIVEK
KENTIN JIVEK
Sono ormai un paio d'anni che il cantautore parigino Kentin Jivek ha spostato di parecchio il baricentro della sua scrittura, nello specifico in favore di un'elettronica soffusa e retrò costruita con synth modulari che ha via via sottratto sempre più spazio alla chitarra, depotenziando quella matrice folk che sin dai primi lavori, nel 2009, era stata il perno attorno al quale far ruotare il songwriting. "L'Ange Des Six Eaux" spinge ancor più in là quella volontà del musicista transalpino di abbracciare derive sperimentali (nell'ottica di un voluto distacco dalla scena propriamente detta....
 
Recensione
23-03-2024 : BOAR ALARM
BOAR ALARM
Qualche piccolo excursus nel recente passato non ci dispiace, specie se si tratta di lavori che ci siamo "persi" incolpevolmente, come nel caso della seconda prova di Boar Alarm, uno dei progetti solisti - assieme ad Analfabetism ed Instans - dello svedese Fredrik Djurfeldt, ben noto per la sua longeva band principale Severe Illusion. Questo follow-up usciva verso fine 2017, l'anno dopo il positivo esordio "Conform To Decay", proseguendo in quel preciso discorso a base di elettronica ad alto tasso industriale, rumorosa, dura e tutt'altro che accomodante. Racchiuso in un essenziale digipack, l'album accorpa otto tracce in....
 
Recensione
23-03-2024 : INEXISTENCE
INEXISTENCE
Con questa decima pubblicazione in formato fisico in soli tre anni e mezzo, il prolifico musicista francese Fab Scap conduce la sua creatura Inexistence verso territori puramente neoclassici, lontani per indole da quella dungeon synth fiabesca sciorinata a più riprese in passato, ed ancor più da quel penultimo "Metamorphosis" dello scorso novembre, che spostava drasticamente il baricentro verso un curioso ibrido synthwave/cyberpunk di un certo fascino cinematico. Tornato anche alle grafiche lugubri dei primi lavori, come testimonia il booklet a tema nero e funerario del jewel-case, Fab confeziona cinque tracce in cui....
 
Recensione
06-03-2024 : BLOCCONERO
BLOCCONERO
Alla riconosciuta e decisamente fondata consapevolezza che il mondo neofolk e post-industrial sia stato - e continui ad essere -, rappresentato da ambigue, se non a volte ufficialmente dichiarate realtà ideologiche prossime all'estrema destra, è orgogliosamente tempo di mettere in luce una realtà contemporanea del neofolk acustico e ambient/industrial che invece rappresenta con fervore e impavido spirito ribelle la contrapposizione opposta. I BloccoNero nascono da questa principale esigenza; portare un po' di meritato equilibrio nell'espressione e nel concept neofolk di seconda scuola, da un punto di vista estrema....
 
Recensione
06-03-2024 : ANALFABETISM
ANALFABETISM
Di musicisti con progetti paralleli (spesso anche inutili) è pieno il mondo, ma il computo scende drasticamente quando si considerano unicamente quelli in grado di eccellere in due o più generi nettamente diversi tra loro. Non stiamo certo parlando di estremi, come il sapersi destreggiare alla pari fra black metal e reggae, e a conti fatti, la distanza tra la electro body music e le tinte più scure della dark ambient e dell'industrial non può certo dirsi così siderale, sebbene le prerogative finali siano fortemente divergenti. Fredrik Djurfeldt, esperto e navigato musicista svedese, è proprio uno di....
 
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17-12-2023 : THE MOONS OF JUPITER
THE MOONS OF JUPITER
EP d'esordio per il duo inglese composto da Nicky Rowe (musiche) e James Harris (voce), in vista del primo album eponimo di prossima pubblicazione. In puro stile synthpop, con un approccio melodico dall'indole retrò e senza richiamare troppo quei Depeche Mode che restano la stella polare del genere, il duo ci presenta tre brani ed altrettanti rispettivi remix, attraverso i quali saggiare per la prima volta le potenzialità di TMOJ. La title-track si presenta pacata con un taglio malinconico, ma più viva all'altezza del refrain, mentre "Until The End Of Time" mette sul piatto più groove e ritmo, con un buon....
 
Recensione
25-07-2023 : KORINTHIANS
KORINTHIANS
È un passo in avanti decisivo quello compiuto dal quartetto belga, che aveva positivamente esordito sulla lunga distanza con l'album "Chaos Control" alla fine del 2019, e che anche stavolta opta per la via dell'autoproduzione in download, vinile e nel bel digisleeve completo di booklet (corredato da scritti che integrano i temi dei brani), facendosi trovare prontissimo all'appuntamento. Spostando il baricentro verso l'elettronica, senza perdere nulla dell'impatto di basso, batteria e chitarra, i quattro fanno letteralmente decollare quel sound ancora da mettere pienamente a fuoco nel debut, mostrando una coesione ed una....
 
Recensione
25-07-2023 : SPIRYT
SPIRYT
Un anno dopo il fortunato sodalizio che ha visto il francese Jean-Luc Courchet unire le forze con la singer americana Kimberly Kornmeier (voce dei Bow Ever Down) per l'album "Blood Twins", il duo concede il bis con "Darklights", terza fatica di Spiryt nel formato fisico, autoprodotta anche stavolta in un essenziale digipack. Esaurito l'effetto-sorpresa dettato dalla svolta operata con l'approdo di Kimberly dietro al microfono, la coppia consolida la propria posizione col nuovo opus, che sposta in alto la fatidica asticella più per la maggior coesione tra le liriche della cantante e le musiche di Jean-Luc che non per....
 
Recensione
25-07-2023 : BLUEDAZE
BLUEDAZE
I Bludedaze sono un quartetto neo-psych originario di Varese, con alle spalle l'EP "Skysurfers" del 2020. Questo mini autoprodotto rappresenta un nuovo, umile e piccolo passo per questa giovane band, ma pare di comprendere, anche a un primissimo ascolto, quanto le idee siano già chiare per i ragazzi. L'EP è fresco di energia e soprattutto di mutazione, di quella sincera e titanica individuazione del proprio sound tipica di inizio carriera. Un sound incredibilmente ricco e personale. Se l'iniziale "Flesh" ha una funzione più pop, radiofonica e disincantata, la psichedelia decadente e sensuale di....
 
 
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