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Recensione
24-05-2018 : THELEMA
THELEMA
Una delle qualità che rendono veramente grande una band è la versatilità, intesa come capacità di spaziare tra generi ed influenze mantenendo sempre e comunque la propria impronta. Ci hanno provato in tanti ad esplorare altri lidi, spesso finendo per suonare come qualcun altro, ma i migliori sanno come piegare la propria scrittura a nuove esigenze creative senza mai perdere la bussola. Fra questi figurano senza dubbio i modenesi Thelema, leggendaria formazione nata nel lontanissimo inverno del 1984 che, tornata in pista nel 2005 dopo una seconda pausa di riflessione, ha tagliato sul finire dello scorso anno il....
 
Recensione
24-05-2018 : SINDROME DI COTARD
SINDROME DI COTARD
Interessante progetto al debutto assoluto con questo EP di quattro tracce, Sindrome Di Cotard è formato da Vintras (celebre mente di Djinn) e Xenos (già noto nelle vesti di Ge-Stell): due personaggi sinistri che danno forma alla loro creatura partendo dalla lugubre sindrome di Cotard, malattia consistente nel convincersi di essere morti o di mancare di alcune parti fisiche. Il loro è un sound rumoristico molto minimale che parte dagli stridori inquietanti distesi su una voce narrante di "Sei Tu Il Mio Custode", per poi passare a linee torbide e sporche su rintocchi percussivi (Djinn non è poi così....
 
Recensione
24-05-2018 : RD & SP
RD & SP
Lavoro a quattro mani tra due decani della scena synth e industriale italiana: Roberto Drago, già mente dei ben noti The Tapes, e Stefano Pischiutta, membro dell'ensemble di vecchia data Scortilla. I due recuperano ben 13 brani risalenti al 1989 e registrati a casa, parte firmati da Drago, parte da Pischiutta e parte realizzati in collaborazione. Si tratta di materiale dal piglio fortemente retrò, indietro nel tempo già nel periodo in cui furono concepiti. I pezzi hanno la struttura di 'assaggi' o idee che potevano avere sviluppi ulteriori, fondati su toni lineari e continui normalmente brevi e privi di variazioni.....
 
Recensione
24-05-2018 : AUTUNNA ET SA ROSE
AUTUNNA ET SA ROSE
L'ensemble italico Autunna Et Sa Rose torna con un album complesso, nato sullo scorcio di un'attività onirica rivissuta attraverso le due tranche in cui è divisa l'opera. La parte più interessante del disco risiede nel voler ricreare l'atmosfera dei sogni utilizzando una strumentazione classica (pianoforte, violoncello, soprano, mezzosoprano, percussioni), piegandola ad un andamento tutt'altro che morbido e lineare ed in pratica forzando in chiave quasi rumoristica delle tonalità che per definizione rimangono melodiche. Non a caso la macrostruttura degli otto brani appare spezzata, frammentata, ricca di pause,....
 
Recensione
10-05-2018 : CAMERATA MEDIOLANENSE
CAMERATA MEDIOLANENSE
La Camerata Mediolanense torna con un lavoro di grande raffinatezza con cui sottolinea il distacco da una certa scena che, a torto o a ragione, l'ha tenuta a battesimo in illo tempore e che l'ha sostenuta. Mossa non causale, visto che il progetto italiano non ha mai nascosto il proprio background prettamente classico e concettualmente legato ad una musica da camera risalente a secoli fa. "Le Vergini Folli" prende vita da una serie di componimenti poetici italiani al femminile, oltre a due sonetti di Francesco Petrarca, tutti relativi ad un periodo storico compreso tra il XIV e il XIX secolo, musicati con pianoforti risalenti a fine....
 
Recensione
10-05-2018 : THE TAPES
THE TAPES
Ristampa rimanipolata e rimasterizzata dell'ultimo lavoro del duo The Tapes, uscito originariamente in CDr nel 1993. I fratelli Drago mostrano in tale frangente un'evoluzione che li allontana dal classico suono minimal-synth dei primi lavori, debitore - sebbene con gusto e personalità - della scena wave imperante negli anni '80. "Time Out Of Joint" si accosta infatti maggiormente alle derive sperimentali post-industriali già con l'intro "Time Zone I", dove basi lineari si intrecciano a rumori campionati; echi minimal permangono nella successiva "Berlin 89", per poi prendere direzioni decisamente....
 
Recensione
10-05-2018 : TENEDLE
TENEDLE
Tenedle, al secolo Dimitri Niccolai, torna con quello che è il settimo album in quindici anni di attività discografica per la sua creatura, nata dopo la conclusione dell'esperienza maturata nei Laughing Silence a cavallo fra gli anni '80 e '90. Quello del musicista e compositore fiorentino (stabilmente residente in Olanda) è un sound che continua a muoversi fra pop, elettronica ed un cantautorato ad ampio raggio, in un mix elettroacustico ben educato dove né i ritmi né le linee melodiche cercano di imporsi inseguendo tentazioni easy-listening e/o da club. Una scrittura di spessore che si abbevera alla fonte....
 
Recensione
10-05-2018 : BONA HEAD
BONA HEAD
Due anni dopo "Keys For Healing", Roberto Bonazzoli - unico responsabile del progetto Bona Head - torna con un quarto full-length apertamente ispirato al celebre film del cineasta danese Lars Von Trier "Melancholia", omaggiando un'opera che senza dubbio lo ha colpito positivamente. Il polistrumentista e compositore cremonese continua a giostrare le proprie creazioni fra una vena pop/rock alternativa di derivazione 90s ed impianti di scuola synthpop debitori del retaggio 80s, cesellando il tutto con la sua efficace vocalità e dando spazio anche ad un apporto sinfonico che permea non soltanto quella....
 
Recensione
10-05-2018 : DEISON, DEVIS
DEISON, DEVIS
Collaborazione a quattro mani tra i due navigati sperimentatori Cristiano Deison e Devis Granziera (quest'ultimo già noto come artefice di progetti quali Lunus e Teatro Satanico). Il loro è un suono che guarda con esperienza al panorama noise-ambient e post-industriale, puntando a strutture meccanizzate in cui sono ben visibili echi cibernetici, field recordings, toni aspri e derive d'atmosfera. Su tutto impera un'aura di tranquillo e indefinito mistero, spesso mescolato a rimandi quotidiani espletati con rumori che creano sfondi umidi e caliginosi. Si passa da situazioni descrittive dotate di una certa circolarità tonale....
 
Recensione
19-04-2018 : SATANISMO CALIBRO 9
SATANISMO CALIBRO 9
Cambio di rotta per il monicker milanese SC9, che con questo "Ov Death" tende a fare tabula rasa di ogni sonorità in favore di toni essenziali e lugubri, tesi a riportarci indietro verso situazioni ancestrali e sinistre tipiche di civiltà lontane. Rispetto alla trilogia "Rising" si ha un distacco dai classici canoni death-industriali: gli escamotages tipici del genere vengono ridotti al minimo, mentre i toni si smorzano optando per silenzi da cui scaturiscono rintocchi, tribalismi accennati, gorgheggi inquietanti e piccoli sprazzi rumoristici. Una sorta di ritualismo minimale che si riallaccia ad un effetto....
 
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