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Reception

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Recensione
19-04-2018 : FLORIAN GREY
Senza dubbio un esordio positivo come "Gone" ha garantito a Florian Grey numerose occasioni di esibirsi dal vivo, al punto che quello avviato come un progetto solista dal frontman berlinese si è trasformato in un quartetto a tutti gli effetti. L'altro 'effetto collaterale' dell'ampia attività live è da rintracciarsi nell'evoluzione sonora dell'act tedesco, che ora sviluppa i propri brani in maniera più diretta ed energica rispetto alla composizione più raffinata del debut, spostando il baricentro di un sound inizialmente incentrato su sonorità darkeggianti a cavallo fra pop e rock verso una...
 
Recensione
19-04-2018 : SATANISMO CALIBRO 9
Cambio di rotta per il monicker milanese SC9, che con questo "Ov Death" tende a fare tabula rasa di ogni sonorità in favore di toni essenziali e lugubri, tesi a riportarci indietro verso situazioni ancestrali e sinistre tipiche di civiltà lontane. Rispetto alla trilogia "Rising" si ha un distacco dai classici canoni death-industriali: gli escamotages tipici del genere vengono ridotti al minimo, mentre i toni si smorzano optando per silenzi da cui scaturiscono rintocchi, tribalismi accennati, gorgheggi inquietanti e piccoli sprazzi rumoristici. Una sorta di ritualismo minimale che si riallaccia ad un effetto...
 
Recensione
19-04-2018 : PUBLIC DOMAIN RESOURCE
A poco meno di tre anni dall'apprezzato "SixYears", il duo bergamasco composto da Ugo Crescini (voce) e Pietro Oliveri (macchine) torna col terzo lavoro sulla lunga distanza, pubblicato in un essenziale digipack da quella Space Race Records che ha accompagnato l'act sin dall'esordio. I due navigati protagonisti compiono con "AntiGravity" un ulteriore passo in avanti, galleggiando sempre più sagacemente fra le correnti elettroniche senza abbracciare mai completamente né l'EBM, né il synthpop o la dark-electro, preferendo sintetizzare con lucidità quegli elementi dei vari filoni - a partire dal...
 
Recensione
19-04-2018 : HARVEST RAIN
Ristampa di uno dei migliori album di Harvest Rain: uscito originariamente nel 2007 per i tipi della OPN, "Blood Hymns" raccoglie quanto di buono ha saputo mettere insieme il progetto americano in circa quindici anni di carriera. Profondamente legato alla classicità neofolk, l'album si snoda attraverso 14 ballate costruite su meste armonie di chitarra, battute da una drum-machine dal retrogusto marziale, una voce malinconica e di grande effetto scenico ed alcuni arrangiamenti sinfonici che sanno dare una notevole impronta di pathos. L'ombra dei Death In June, come di tanti nomi generati negli anni a venire dal sound totemico...
 
Recensione
19-04-2018 : ALBERTO NEMO
Al debutto lo scorso settembre con l'EP "6x0 Live (Vol. I)", il veneziano Alberto Nemo torna dopo una manciata di mesi con altri sei brani, fissati su CD con custodia in formato DVD per un'edizione di soli 50 esemplari numerati a mano (che si affianca a quella in digitale). Come nel primo EP, la musica di Alberto si dipana attraverso un taglio neoclassico in cui la sua struggente voce enfatizza con fare drammaticamente poetico il respiro intimista, sacrale ed elegiaco dei brani, che stavolta assumono tratti più sperimentali non soltanto in virtù di un maggior impiego dell'elettronica e delle sonorità ambientali,...
 
Recensione
19-04-2018 : CRYO
A quasi quattro anni dall'ultimo album "Retropia" l'act svedese Cryo, che proprio con tale lavoro era passato da solo-project a duo (con l'ex Project-X Torny Gottberg che aveva affiancato in via definitiva il fondatore Martin Rudefelt), torna finalmente a dare segni di vita con questo nuovo EP, limitato a 500 copie numerate a mano nel formato slimcase ed impostato alla vecchia maniera dei remix-EP. La title-track, primo assaggio di un nuovo album previsto per l'anno in corso, è una raffinata e magnetica song dettata dal seducente battito della cassa che conferma il livello di classe e personalità ormai da tempo...
 
Recensione
19-04-2018 : AIDAN BAKER, GARETH DAVIS
Collaborazione tra due arditi sperimentatori, "Invisible Cities" veniva registrato durante il 2016 trovando un melange importante tra la vena dronico-ambientale del prolifico Aidan Baker e i temi di clarinetto di Gareth Davis. Il punto chiave dell'intera opera, costituita da quattro ampie tracce, sta nel superamento di rischiose derive jazz in considerazione della strumentazione usata, a favore di un mood ambientale e calmo capace di unire tonalità classiche (fiati, chitarre) all'elettronica e alle field recordings per dare vita ad una moderna musica da camera, riflessiva, delicata ed emozionante. I movimenti dei brani sono...
 
Recensione
19-04-2018 : SENKETSU NO NIGHT CLUB
Adriano Vincenti, ampiamente noto nella scena per aver fondato il progetto Macelleria Mobile Di Mezzanotte, trova nel sempre più poliedrico Giovanni Leonardi (Siegfried, Carnera, Divisione Sehnsucht e da qualche tempo attivo anche in veste solista) il giusto sodale con cui dar vita al nuovo act in esame, le cui mire artistiche puntano a far convivere la scuola noise giapponese (ispirandosi anche al cinema estremo nipponico) con quel suono jazz-noir dai tratti doom che ha come massimo punto di riferimento i blasonati Bohren & Der Club Of Gore, e che proprio la Macelleria ha abbracciato con successo nella sua parabola evolutiva....
 
Recensione
19-04-2018 : SKAG ARCADE & MEANWHILE.IN.TEXAS
Secondo capitolo di una presunta trilogia incentrata sui suoni e gli unput del deserto, "Twentynine Palms" arriva a distanza di circa un anno dalla precedente collaborazione intitolata "Fernweh". I due autori italiani coinvolti, Paolo Colavita e Angelo Guido, assemblano field recordings dal gusto prettamente isolazionista dove il deserto spadroneggia sia dal punto di vista immaginifico e iconografico sia da quello più strettamente mentale, introducendo l'ascoltatore in un vortice denso e lisergico, memore forse anche delle immagini e dei suoni di vecchi lavori come "Zabriskie Point" filtrati da un'aura...
 
Recensione
19-04-2018 : DB/MZ
Duo svedese al secondo lavoro da studio edito circa sei mesi fa, dB/Mz sfoggia una drone music cupa fatta di linee tonali stratificate, tese a creare visioni lugubri correlate ad ambienti naturali. I Nostri sanno distaccarsi dai classici canoni della dark ambient e dai suoi escamotages pur rimanendo correlati al medesimo immaginario: il sound viaggia su un'insistenza fatta di riverberi reiterati all'infinito, artefici di atmosfere ben delineate da cui trapela un'eco filmica correlata ad un approccio compositivo legato ai canoni compositivi del post-industrial, le cui derive rumoristiche emergono soprattutto nella conclusiva "The Turmoil...
 
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