29-12-2024
AYTHIS
"Celestial Exile"
(autoproduzione)
Time: CD (43:17)
Rating : 7.5
Quel doom metal che l'artista francese Carline Van Roos conosce molto bene per aver militato e stare militando tuttora in formazioni dedite al genere (i probabilmente dismessi Remembrance e i viceversa attivi Lethian Dreams) ha finito per riverberarsi anche in Aythis, solo-project che la Nostra porta avanti ormai dal 2006 con dedizione ed ammirevoli risultati. In questa sua settima fatica sulla lunga distanza, realizzata in proprio sia nel bel CD digipack a sei pannelli, sia per la prima volta anche in vinile (trasparente e limitato a 200 esemplari), Carline introduce sagacemente quegli elementi che fanno pienamente parte del suo background, colorando la sua darkwave intima ed eterea con quelle tinte doom-gothic che rappresentarono una svolta per certo metal dei primi anni '90. Ciò si avverte già dall'iniziale "The Endless", e ancor di più nella seguente "Magnetic", ove la chitarra è sì più ruvida e graffiante, ma senza eccessi, sposandosi magnificamente con le melodie in un intreccio d'indiscussa bellezza, anche se l'esempio migliore di questa nuova sintesi sonora di Aythis, col passo lento del drumming a dettare i tempi, ci arriva dal gioiellino "Moonsong", picco dell'opera che rimanda agli Anathema di "The Silent Enigma" fra bei ricami melodici. La Van Roos, che sfrutta il suo intimo cantato come una sfumatura di suono, nonché qualche buona malizia mutuata dal suo più recente progetto post-rock/blackgaze Forest Of Ember Skies, non tradisce quel soffio etereo/ambientale che tanti suoi brani ha animato in passato, omaggiato sia dalla delicatezza di "Between Worlds" che dalle vibrazioni invernali della conclusiva "Dustfall"; bene anche la sognante "Solar Waves" e quella title-track che, sulla scorta di piacevoli finiture sinfoniche, cita con gusto i Tiamat di "Wildhoney", mentre il piglio neoclassico/atmosferico di "Nightwalker", esaltato da una sottile marzialità eterea, tiene in serbo per il finale il passaggio più sostenuto dell'opera, comunque sempre senza eccedere. Sfruttando prerogative che le appartengono pienamente, Carline riesce a rinnovare la propria proposta senza snaturarla, tracciando la rotta per il futuro e realizzando con "Celestial Exile" una fra le sue opere più complete e riuscite, con la quale si conferma tra le piccole ma importanti certezze di un settore avaro di nuove rivelazioni.
Roberto Alessandro Filippozzi