14-07-2022
SPIRYT feat KIMBERLY from BOW EVER DOWN
"Blood Twins"
(autoproduzione)
Time: CD (33:07)
Rating : 8
Avevamo fatto la conoscenza dell'interessante e promettente progetto di Jean-Luc Courchet in occasione del debutto eponimo sulla lunga distanza di Spiryt, uscito oltre tre anni e mezzo fa, ed oggi, dopo qualche pubblicazione digitale, ritroviamo l'act di Tolone con un nuovo lavoro in formato fisico (un essenziale digipack autoprodotto in edizione limitata) che sposta piacevolmente in alto la fatidica asticella. Nel dare vita a "Blood Twins", il musicista francese sceglie per la prima volta di dare spazio in lungo e in largo a veri e propri cantati, per i quali si è potuto avvalere di una singer capace e di esperienza come l'americana Kimberly Kornmeier, voce dei validi Bow Ever Down, che per l'album in esame ha firmato anche tutte le liriche. Un matrimonio artistico vincente che si dimostra tale in tutte le dieci tracce di un lavoro sì conciso, ma ricco di soluzioni strumentali e vocali ispirate, coinvolgenti e finanche sorprendenti per la personalità messa in campo in un approccio di così ampio raggio (ma ben legato da un chiaro filo conduttore). Il pathos scorre a fiumi in un impianto che conserva il taglio cinematico già sfoggiato da Jean-Luc, ora sviluppato con maggior enfasi drammatica sulla scorta di finezze ed arrangiamenti di ottimo gusto, attraversato da un respiro dark evidente già dall'opener "In Cold Blood", splendido ibrido shoegaze/electro che a tratti richiama i nostri Kirlian Camera, con la splendida voce di Kimberly subito protagonista in una intensa ed appassionata prova. È la darkwave a costituire la dorsale di momenti quali la drammatica "V" e la fascinosa "Breathing In Breathing Out" dalle cadenze lente, ma ogni brano meriterebbe ampia menzione: dalla ruvida e vibrante "A Speck Of Light" alla filmica "Heaven", dal trip-hop abrasivo di "Effigie" ad una potenziale hit come "Perturbation" (prima sontuosa, poi intensamente electro-rock), dalla suadente "Paradoxe" alla tesa, tambureggiante ed estrosa "Enter The Dream", per finire con la minimale e notturna "The Poison", scandita dal suggestivo, ipnotico ed ossessivo giro melodico. Adeguatamente prodotto in termini di resa audio, "Blood Twins" è il classico gioiellino "underground" che non di rado il sottobosco delle autoproduzioni tira fuori dal cilindro, onde ricordarci che non tutti gli artisti più creativi, meritevoli, ispirati ed interessanti - e Spiryt è sicuramente fra questi - hanno un contratto discografico e la visibilità che meritano, ed ignorarli sarebbe un errore che potrebbe precludere all'ascoltatore molte ottime cose, a partire dall'album in questione. E se questo sodalizio franco-americano continuerà per le prossime uscite, ne vedremo davvero delle belle.
Roberto Alessandro Filippozzi
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