01-04-2021
TROBAR DE MORTE
"The Book Of Shadows"
(autoproduzione)
Time: CD (59:16)
Rating : 8.5
Uscito lo scorso ottobre, "The Book Of Shadows" è il settimo studio-album (l'ottavo, se contiamo anche il disco di versioni acustiche "Beyond The Woods" del 2011) del combo di Barcellona, nato nell'ormai lontano 1999 per volere della sacerdotessa e cerimoniera Lady Morte, affascinante leader e mente principale di un collettivo che si allarga a ben otto elementi (una formazione "classica" con in più flauti, viola, violini e ghironda), col chitarrista Daimoniel quale fidato braccio destro. Una carriera di tutto rispetto quella dell'act iberico, che col tempo e le pubblicazioni ha affinato un fiabesco suono neoclassico/medievale incorporando influenze (pagan) folk e celtiche, giungendo ad una sintesi musicale che ne ha sancito i successi e guadagnandosi un meritatissimo posto al sole nella scena di riferimento, con la raccolta dello scorso anno "20 Years Of Music & Sorcery" ad apporre il sigillo sulle prime due decadi di attività. Proseguendo con la produzione in proprio, la band torna a poco più di due anni dal precedente ed ottimo "Witchcraft" continuando sulla scia di quella piena maturità ormai raggiunta da tempo, anche stavolta con tredici brani (una consuetudine che viene rispettata di volta in volta) inaugurati da una traccia introduttiva ad hoc (nella fattispecie l'austera "Introitus Libris Tenebris"), racchiusi in una splendida confezione digipack completa di booklet. È con le ariose ed intense danze di "Sacrifice" che l'album entra nel vivo, proseguendo con una notevolissima resa del traditional inglese del 1400 "The Unquiet Grave" (di cui ricordiamo una magnifica e sorprendente versione firmata da Alien Skin) e tornando a lidi fiabeschi con la cadenzata "Mandragora Autumnalis", elegante in quei suoi risvolti celtici che fanno il paio con la solenne e pagana "Fuga Maleficis". È un'indole folk a guidare il pathos di "Melusine Cantus", laddove archi, percussioni e suggestivi vocalizzi emanano un fascino orientale in "Plenilunio", offrendo la ribalta ad intrecci di chitarra piacevolmente impetuosi, prima che l'impeccabile "Witches' Joy Reaps Your Soul" riporti le coordinate sonore verso la tradizione celtica. Molto bene il folk arioso ed appassionato di "Land Of Sorcery", così come l'evocativa intensità di "Luna Cornuta" ed i toni più soavi di "Embrujo De Noche"; molto valida anche la cover di "Helvegen" delle stelle del folk nordico Wardruna, mentre la degna chiusura è all'insegna della dolcezza con la passionale "Eleusis Misteriis". Anche stavolta un lavoro ispirato, variegato, intenso, sognante, senza tempo e ricco di risvolti (spi)rituali in una serie di brani splendidamente concepiti, arrangiati, prodotti ed eseguiti, ma sulle qualità dei TDM non vi erano dubbi, avendo i Nostri dato prova di una sensibilità superiore e di una visione artistica - magnificamente espletata anche sul piano grafico - di alta levatura nel corso di una carriera da incorniciare. Una vera certezza.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://www.trobardemorte.com/
https://trobardemorte.bandcamp.com/