19-06-2020
KENTIN JIVEK
"El Circo Cubierto"
(autoproduzione)
Time: CDr (24:02)
Rating : 8
A chi ci segue con più attenzione non sarà certo sfuggito il talento del polistrumentista/cantante poliglotta Kentin Jivek, del quale abbiamo già trattato con piacere diverse uscite. Giunto alla sua sedicesima release dal 2009 ad oggi (anche questa autoprodotta, come numerose altre), l'artista parigino ha già dato prova - soprattutto nelle ultime fatiche - di sapersi smarcare con stile da quel suono a cavallo fra psych-folk ed ambient che già agli inizi risultava figlio di una visione molto più personale ed ampia di quella dei menestrelli del neofolk, e che negli ultimi anni si è spinto in una direzione sempre più originale e saggiamente aperta ad influenze di ampio raggio. Questa nuova fatica sposta ulteriormente verso l'alto l'asticella, non soltanto in virtù di una produzione notevole, ma anche grazie all'impiego di strumenti come violino, ottoni e piano, a supporto di quella chitarra che è da sempre l'arma favorita del compositore francese. "Chaos Paradise" apre con dolcezza e melodia, alternando porzioni soavi e quasi eteree ad incursioni elettroniche ruvide e macchinose, laddove la sontuosa "John Malkovich" gode di una raffinatezza sinfonica esaltata dal ritmo sottile ma pulsante. Se il dolce e sognante strumentale "Léonie" sposta le coordinate verso un folk-gaze ricco di fascino, tocca invece ad "Argentina" - cantata in spagnolo - implementare una teatralità che ben si sposa a certe spigolosità ritmiche di stampo electro. L'apice dello spartano dischetto è senza dubbio "Venus Into The Moon", dolce folk-pop che testimonia di una maturità e di una classe - anche a livello squisitamente vocale - ben superiori alla media, mentre tocca alle eteree e sfuggenti trame della drammatica "Zéphyr" far calare il sipario su un'opera concisa ma ricca di contenuti musicali e lirico/poetici. Altra uscita di indiscutibile spessore nella carriera dell'eclettico artista d'oltralpe, che sicuramente meriterebbe molto più di tantissimi altri un degno contratto discografico, onde beneficiare della maggior cura delle confezioni dei propri lavori e della giusta esposizione mediatica.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://kentinjivek.bandcamp.com/