18-11-2019
SEA OF SIN
"Unbroken"
(autoproduzione)
Time: CD (55:03)
Rating : 8.5
Fra le tante storie di lunghi silenzi ed inattesi ritorni c'è anche quella della synthpop band tedesca Sea Of Sin, la cui carriera discografica iniziò nel lontano 1995 con l'album "Watch Out!", per poi interrompersi nel 2000 con "Urban Chemistry", sorta di "best of" dei brani del suddetto esordio e dell'EP del '97 "Illuminate". Riapparsi sulle scene un anno fa con l'album "Future Pulse", nel quale, parallelamente a qualche inedito, riprendevano in nuovi edit alcuni dei vecchi brani, Frank Zwicker (voce e testi) e Klaus Schill (synth, chitarre e produzione) fanno il loro vero e proprio ritorno in grande stile con "Unbroken", autoprodotto in un elegante digipack completo di booklet. Se i Sea Of Sin di cui si aveva memoria erano sostanzialmente un buon act con delle potenzialità, queste ultime sono state definitivamente sviluppate in un album che colpisce nel segno per l'alta qualità delle sue canzoni, e che sottolinea con forza come il duo abbia compiuto il passo decisivo verso la piena maturità, imparando a padroneggiare tutte le malizie del caso. Ottimamente prodotto, l'album evidenzia una netta crescita sotto ogni punto di vista, ed in particolare nell'ottima voce di Frank, ora capace di arrangiamenti vocali impeccabili e carismatici che conducono sempre verso refrain vincenti, come si evince sin dall'iniziale e splendida "Contamination", che subito pone l'accento su di un songwriting particolarmente deciso ed efficace, segno inequivocabile della grande sicurezza nei propri mezzi da parte dei Nostri. Ogni singolo brano funziona benissimo, che si tratti delle dolci "You... (Bitter Sweet)" e "Sustaining The Past" piuttosto che delle drammatiche "Leave Me Alone" e "Floating Away", oppure delle passionali "Valentine" (un vero gioiello) e "Naked", merito di arrangiamenti di grande eleganza e classe, oltre che di grande maestria nella costruzione, come sottolineano anche song inappuntabili e particolarmente intense quali "Unspoken Words" e quella "Immaculate" in cui una robusta chitarra viene sapientemente integrata. Sebbene tutt'altro che breve, l'album scorre benissimo da cima a fondo grazie alla forza di canzoni sempre ben congegnate, dall'intensa "Love Won't Wait" alla melodiosa "Substitute", passando per le squisite cadenze danceable di "What Are You Waiting For?" e la magnifica tensione di "Satellites", sino al conclusivo reprise strumentale di "Bitter Sweet", perfetto per evidenziare la consistenza di trame sonore pregiate e mai banali. Un ritorno di altissimo livello per un act che è ormai pronto a spiccare il volo ed a ritagliarsi un posto di assoluto rilievo nell'odierna scena synthpop: da non perdere.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://seaofsin1.bandcamp.com/
https://www.facebook.com/seaofsinGER/