15-11-2007
ONIRIC
"Suggestioni"
(Autoproduzione)
Time: (18:09)
Rating : 6.5
Questo duo italiano proveniente da Benevento ci propone un mini d'esordio in cui la tradizionale strumentazione acustica viene accostata all'elettronica. In particolare, i quattro pezzi che formano "Suggestioni" sono incentrati sulla chitarra acustica, con esiti che possono ricondurre agli Argine, e su tappeti di tastiera molto eighties, da cui emerge il favore verso la scena 'dark' classica e verso lo shoegaze, con echi che partono dai Cure di fine anni '80 per arrivare ad alcuni nomi indie di nascita più recente. La voce si attesta di norma su toni dimessi e malinconici (non sempre modulati alla perfezione), anche se di tanto in tanto affiorano acuti rockettari a mio dire evitabili. Se il brano d'apertura "The Rest Will Flow" risulta piacevole nella sua derivatività, già il successivo "Dangling Cloud" viene arricchito da un suadente riff di chitarra elettrica che ci accompagna verso un chiusa molto interessante, divisa tra echi di cabaret oscuro e vena neoclassica. Sono proprio questi gli aspetti che segnano la successiva "Euphonia Revolver", il pezzo più sperimentale e più riuscito del mini, in cui agli arpeggi di chitarra si va a sommare un valzer cabarettistico: mentre le tastiere e i riff strizzano l'occhio alla scena prog anni '70 con esiti sorprendenti, i temi elettronici mimano il suono di un carillon e le melodie vocali si tingono di una nostalgia pop tutta italiana. La conclusiva "Destroy Paranoia" ha un piglio più standard, un po' da rock alternativo italiano, non fosse altro che per l'uso della tastiera, che dà un colore più vivace alla traccia. Il vortice creato in "Euphonia Revolver" mostra il lato più interessante degli Oniric e, a mio dire, l'aspetto su cui Carlo De Filippo e Gian Vigo dovrebbero insistere di più. La vena creativa è forse messa eccessivamente a tacere nel resto dei brani, probabilmente a favore di un suono più in linea con quanto l'ascoltatore si può aspettare, ma che rischia di uccidere un talento che affiora a più riprese e che può dare risultati al di sopra della media. Se la parte vocale è ancora in fase di rodaggio, il resto della strumentazione è senza dubbio accattivante, anche nei punti dove più incombe l'ombra della scena anni '80. Ancora in bilico tra ambiti diversi e distanti, gli Oniric corrono il rischio di essere adescati dal pentolone dell'italietta rock, ma hanno anche le carte in regola per realizzare musica di stampo autoriale che riesca a superare la piattezza imperante. Noi, ovviamente, siamo qui ad aspettare il prossimo lavoro, ben coscienti delle potenzialità espresse in "Suggestioni".
Michele Viali