06-11-2007
AT THE FUNERAL OF MY VIOLET RABBIT
"Al Funerale Del Mio Coniglio Viola"
(Autoproduzione)
Time: (42:20)
Rating : 8.5
Dice Morgan, mente unica dietro al bizzarro ed intrigante monicker At The Funeral Of My Violet Rabbit, presentando la sua seconda fatica: "Con "Al Funerale Del Mio Coniglio Viola" non voglio dare un messaggio ben preciso, ma far provare un generale senso di disagio. Le atmosfere sono dilatate, immateriali. Per me il mondo non esiste, esistono solo i piccoli gesti quotidiani che ripeto sconfortato nella speranza di un futuro che di certo mi riserva solo sofferenze." Un'introduzione perfettamente calzante per la seconda release autoprodotta dell'artista triestino, che giunge a due anni dal positivo esordio "La Rivolta Dei Tulipani". Rispetto al meritatamente apprezzato debutto, che non ha mancato di evidenziare il talento nella creazione di atmosfere realmente oscure da parte del suo autore, la nuova fatica (corredata da un bell'artwork perfettamente a tema) presenta un taglio meno neoclassico e più slegato dalle logiche delle colonne sonore, andando a perseguire interessanti interpretazioni della forma-canzone senza rifarsi a schemi eccessivamente rigidi o banali, ma anzi sviluppando i temi proposti in maniera realmente personale. L'apertura spetta a "Looking Through Post-industrial Rusts", la cui sottile trama evolve fino ad abbracciare ritmi trip-hop, ed anche "Vanishing Of An Anorexic Doll", pur partendo da una fine elucubrazione ambientale (suggellata da una melodia che cattura), giunge al proprio coronamento grazie alla sontuosa apertura neoclassica ricca di pathos, appena prima di un finale realmente tenebroso. Il primo vero gioiello del dischetto arriva con "The Glass Knifefish Syndrome", capace di suoni notturni che cullano l'ascoltatore mentre Morgan, complice il suo ormai tipico e convincente cantato sussurrato, getta le basi per il valido duetto vocale con l'ospite Michela Scagnetti in quello che è uno dei suoi brani più sorprendenti. Al breve intermezzo strumentale "Pagoda Of The Chinese Torture", dove non manca il fatidico carillon (autentica 'ossessione artistica' di Morgan, nel senso positivo del termine), segue l'altro gioiello dell'opera, ovvero "Kiss Of The Spider Monkey": un vortice ipnotico a base di ritmi soffusi, suoni splendidamente manipolati, sussurri sempre perfettamente calzanti ed un incedere altamente suadente, per un brano che splende di luce lunare grazie all'unicità delle sue soluzioni. "Rat Of The Husking-House" è invece un'oscura ninna-nanna perfetta per evocare sinistre visioni ed oscuri incubi, mentre il finale Morgan lo lascia a noi, chiamati ad ascoltare 'il suono della nostra mente' nei sette minuti di vuoto sonoro - ironicamente? - denominati, appunto, "The Sound Of Your Brain"... L'artista di Trieste si conferma come uno dei compositori più interessanti del sottobosco italiano grazie alla sua innata capacità nel creare atmosfere realmente oscure (alla faccia di tutto quello che come tale si vorrebbe spacciare oggigiorno), nel manipolare abilmente i suoni facendoli propri e nell'orchestrare trame sonore con gusto, eleganza e padronanza della strumentazione, nonché nel dar vita a composizioni che rapiscono i sensi ed emozionano grazie alla loro intensità ed alla credibilità nell'esporre temi e sentimenti autentici, il tutto rigorosamente senza mai strafare, ma anzi, denotando sempre e comunque grande classe. Morgan è l'artista che può andare ben oltre le solite sterili rivisitazioni dei colossi neoclassic/industrial di casa Cold Meat Industry e affini, e di sicuro, proseguendo di questo passo, andrà presto a costituire un nuovo punto fermo fra i nomi di spicco del panorama oscuro italiano: basterà solo che qualche etichetta di rilievo si accorga di un simile potenziale...
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.thefuneralofmyvioletrabbit.com/