29-10-2007
ZERO A.D.
"The Beginning"
(Autoproduzione)
Time: (33:26)
Rating : 6
Il duo romano in esame si forma nel 2004, allorché gli ascolti di Andrea Tomasich (voce e synth) e Diego Bardari (synth), entrambi già attivi con la band Infieri, si spostano verso l'EBM ed il future-pop, e segnatamente verso nomi di punta quali VNV Nation, Icon Of Coil ed Assemblage 23. Nei due anni successivi prendono forma le canzoni di "The Beginning", primo lavoro autoprodotto per gli Zero A.D., che nel frattempo si sono già segnalati al pubblico con la partecipazione al secondo volume della celebre compilation "Italian Body Music" nel 2005. In questo primo passo nel mondo del music-biz il duo italico tiene fede alle influenze sopraccitate: il sound forgiato da Andrea e Diego è infatti perfettamente riconducibile alla corrente future-pop, e segnatamente proprio alle band segnalate poc'anzi come fonti d'ispirazione. I due musicisti puntano molto sul ritmo e sulla solidità, come evidenzia da subito l'opener strumentale "We Won!", capace di una melodia di derivazione techno che si rivela efficace; sulla stessa linea d'onda anche la successiva "(In)Justice", che si avvale nuovamente di una linea melodica funzionale, ma che sottolinea come sulle vocals di Andrea ci sia ancora da lavorare. Ed è proprio questo il punto: Zero A.D. riescono a dotare i loro brani del ritmo giusto per smuovere a dovere i corpi in chiave dancefloor, costruendo melodie magari non innovative ma di certo efficaci, ma a queste canzoni mancano una performance vocale più incisiva e dei refrain più funzionali e carismatici per funzionare pienamente, come dimostra sia la nervosa "Be My Eyes" che la vorticosa "Caged". Si rivelano opportunamente ritmate e melodiche anche "JFK102262" e la conclusiva "Going Mad" (entrambe strumentali, samples vocali a parte), ad ulteriore testimonianza di come il duo sappia costruire brani ballabili in grado di farsi valere sul dancefloor (grazie anche ad un suono più che dignitoso), ma all'atto di scrivere nuovo materiale c'è da sperare che i Nostri tengano ben presente l'importanza di sviluppare un songwriting più completo, e quindi capace di muoversi anche in altre direzioni. Una volta aggiustato il tiro anche a livello vocale (dove probabilmente la poca esperienza ha giocato stavolta un ruolo importante), gli Zero A.D. potranno dire la loro in un ambito sempre più avaro di nomi nuovi da tenere d'occhio. L'impegno comunque c'è, e va sicuramente lodato.
Roberto Alessandro Filippozzi