08-03-2017
ORCHESTRA ESTEH
"Abacinabradhydrakonirvm - Rebirth Of A Dead Volcano"
(autoproduzione)
Time: CD (43:00)
Rating : 7.5
Dopo "Dreamworking", primo lavoro ufficiale di Orchestra Esteh rilasciato nel 2012 a seguito di quattro uscite circolate solo privatamente, l'act condotto dal musicista campano Vincenzo Notaro si era riaffacciato sul mercato discografico ad inizio 2015, pubblicando la tripla raccolta di inediti "The Other Side B" in edizione ultra-limitata. In tempi più recenti è infine giunto il nuovo album vero e proprio per il progetto, pubblicato in soli 121 esemplari numerati a mano nella suggestiva ed elegante confezione in cartone rigido a sei pannelli. Sempre legato ad una concezione rituale del suono, rigorosamente a cavallo fra dark ambient, industrial e concretismo (ma non solo), Vinz sfrutta le proprie accresciute capacità per imbastire un discorso stavolta più didascalico che prende le mosse dal sottotitolo dell'opera "Rebirth Of A Dead Volcano", ossia "rinascita di un vulcano spento". Utilizzando una strumentazione ampia che va dai synth alle percussioni, dalle campane tibetane ai feedback di chitarra, passando per tutta una serie di strumenti di diverse tradizioni folk (spesso e volentieri anche esotiche), il Nostro confeziona un'unica traccia che si spinge fino ai 43 minuti di durata. Partendo da movenze para-sinfoniche stridenti, i suoni esotici affiorano a piccole dosi prima che le masse tonali affondino in una dark ambient spettrale e brumosa; gli inquieti vuoti ambientali vengono riempiti dai rintocchi rituali delle campane tibetane, prima che gli strumenti a corde implementino toni sì orientali, ma fortemente scuri ed ansiogeni. Irrompe poi un muro sonoro dronico che si erge in un possente crescendo, coi toni dilatati ad oltranza; la materia ambientale si fa più industriale e sottile, porgendo il fianco ad un arpeggio tanto melodioso quanto ipnotico, prima di una chiusa che profuma del folklore dei più remoti angoli dell'Oriente. Un'opera convincente nel suo svolgimento, in grado di evidenziare a dovere i tangibili progressi compiuti sul piano tecnico e di resa audio. Orchestra Esteh si conferma un nome capace di intrigare non soltanto in virtù di suoni ricercati e suggestivi, ma anche con una concettualità che poggia su solidissime basi, e che guarda con le giuste motivazioni al modello creativo di un'etichetta importante come la Aural Hypnox.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://www.facebook.com/orchestraesteh/