26-07-2014
ACCOLADE
"Legends"
(autoproduzione)
Time: (42:00)
Rating : 7.5
Secondo full-lenght della band di Seattle (dopo il CD d'esordio "Festivalia" del 2012), quest'opera favolistica dalle tinte medioevali e progressive trasuda leggende arturiane in ogni sua parte, a partire dal titolo e dal bell'artwork che accompagna il vinile a tiratura limitata (unica alternativa fisica alla versione in download), raffigurante il Graal con al suo interno le rosse acque del Chalice Well di Glastonbury, luogo ispiratore di questa bella prova musicale risalente a dicembre dello scorso anno. La proposta musicale non sfugge a queste premesse, donando all'ascoltatore la rara occasione di immergersi in un mondo fatato fatto di atmosfere che pescano nel folk medievale più puro, fino a sporcarsi volentieri ed intelligentemente nella scuola progressive di gruppi come Renaissance (al cui membro Michael Dunford, recentemente scomparso, è dedicata tutta questa fatica in studio). Il trittico iniziale che apre le porte al mondo degli Accolade è un eccellente biglietto da visita composto da una solida armatura medievale ed onirica, con le sue marce neoclassiche orientaleggianti sulle quali si erge a baluardo di bellezza canora l'acuta voce narrante di Stefanie Reneé, bardo incantato che ci accompagna leggiadra tra androni di corti scolpite nella pietra e misteriosi luoghi di natura incontaminata. Il vivo dell'album si raggiunge però con le ultime due lunghe suite: "The Journey" si materializza con un approccio musicale molto più vario ed azzardato, e per questo intrigante come non mai, per un inizio etereo tra vocalizzi ed echi acustici che sfocia poi in una bellissima esplosione di chitarre elettriche che ondeggiano attorno ai virtuosismi canori oltre le sfere terrestri della Reneé. Si sentono tutte le influenze progressive e medieval rock che caratterizzano l'anima stessa della band di Seattle. Si continua poi con il solito pamphlet, tra lisergici momenti di stasi e ardite riprese soniche in bilico tra progressive e accenni post-rock sui quali la voce della nostra musa cantastorie svetta, superando ogni limite che le sue corde vocali possano sopportare. La conclusiva "The Lady Of Shalott", che occupa l'intero lato B del vinile, è una lunga suite di 20 minuti divisa in quattro movimenti, trascrizione musicata dell'omonimo poemetto romantico di Alfred Tennyson. La triste storia della signora dell'isola di Shalott è un ritorno alle sonorità che già aprivano l'album, un lungo arazzo cucito ad arte tra contributi cristallini di clavicembalo, tamburelli e l'immancabile bravura canora della lead singer, per continuare poi con accorgimenti post-rock amalgamati a svolte tempistiche canterburyane, a creare un compendio di bravura stilistica davvero ammirevole e mai stucchevole, dal finale psichedelicamente folk. Gli Accolade stupiscono con una fatica eterogenea che non disdegna nessuna influenza, un'opera in continuo movimento che non lascia respiro, che si fa ascoltare più e più volte senza alcuna fatica, un sacro Graal traboccante della bellezza irresistibile di sonorità antiche mai così contemporanee a noi.
Lorenzo Nobili
https://www.facebook.com/accoladesf