19-06-2013
KENTIN JIVEK
"Six Diamonds"
(Autoproduzione)
Time: (33:58)
Rating : 9
Il ritorno sulle scene di Kentin Jivek, cantautore ambient/folk francese di cui abbiamo potuto già cantare le lodi lo scorso anno con l'ottimo album "Third Eye", non poteva essere più sorprendente. Rilasciato sulla piattaforma iTunes lo scorso marzo, ma ora disponibile anche in formato CDr, "Six Diamonds" suggella la grandezza poetica di un artista che, assieme alle ultime prove di The Enchanted Wood e Opium Dream Estate, nomina la Francia nuova sede ufficiale per il neofolk più innovativo. Un artista prolifico, che dal 2009 ha contato un LP ogni anno, incluse svariate partecipazioni a side-projects, mini album e collaborazioni (la più famosa con Miro Snejdr, noto per il suo contributo all'ultima fatica di Death In June "Peaceful Snow"). Anche quest'anno Jivek ci regala un disco tutto inedito, che lo consacra definitivamente. Non esiste un punto morto in "Six Diamonds". Conciso, criptico, sensuale, ricercato. Un disco col quale Kentin aggiorna le proprie radici sonore con l'introduzione di un'elettronica quadrata e sinuosa (splendide a riguardo l'iniziale "Le Ciment Des Sentiments" e l'ipnotica "Des Signes Qui Ne Trompent Pas"). Otto brevi brani che coinvolgono per il loro fascino new age, coadiuvati da un concept lirico a dir poco filosofico (la metasimbologia la fa da padrona, in un contesto sentimentale). Un vero poeta dall'Inferno il buon Kentin, francese nell'essenza e nell'estetica. Un brano come "Heyoka, The Straighten (Outer)" è irrorato da un sarcasmo disperato, mentre il picco dell'intero platter "Traumdeutung" culla in un'ascesi acida e folkloristica, dove riecheggia il Brendan Perry più pinkfloydiano. "Dans Le Salon De Oubliés" è una recitazione lisergica che libera l'anima dal materialismo corporeo per pochi ma intensi minuti. I migliori Dead Can Dance affiorano nella successiva "Now Can You Hear The Night Birds?", ma la musica di Jivek non è una mera scopiazzatura, quanto piuttosto un aggiornamento. La romantica e pianistica "I Love You Skinny" chiude (assieme alla profetica ambient-song "Epitaph") un disco che non ha difetti, intriso di personalità e innovazione, forse un po' borderline e perso tra svariati confini che vanno a intrecciarsi, ma vincente proprio per la sua natura così polimorfica. La beffa è che un artista come Jivek non possa godere di una distribuzione che solo un'etichetta di grosso calibro potrebbe offrire, ma questo non dev'essere un ostacolo. "Six Diamonds" è arte allo stato puro, cosa di cui è sempre un piacere nutrirsi. Se non un obbligo, come in questo caso.
Max Firinu
https://www.facebook.com/pages/Kentin-Jivek/402351153123774?fref=ts