04-12-2012
BONA HEAD
"The Path"
(Autoproduzione)
Time: (52:18)
Rating : 8
Roberto Bonazzoli alias Bona Head torna in gran forma con un nuovo lavoro del suo progetto solista a tutti gli effetti, lontano dalle pennate elettriche e britpop dei suoi SHW, solo ad un anno di distanza dal già molto valido "Colours Doors Planet", debutto marchiato a fuoco da tematiche introspettive e ricercatezza concettuale. Il prolifico e modesto Roberto prosegue l'avventura iniziata un anno fa con un nuovo album che sarebbe improprio definire comunemente come un concept. "The Path" è un'avventura ricollegata al lavoro precedente, un'esperienza criptica, fiabesca e ascetica. Non catartica viste le composizione ariose e la produzione liquida, ma cullante e celebrativa. Un viaggio che a tratti presenta territori più angusti, ma che alla fine giunge alla naturale consapevolezza della bellezza e della perfezione. Una lezione di musica, più che un semplice album. Bonazzoli accompagna l'ascoltatore per la via onirica: lasciata la rumorosa ambientazione metropolitana alle spalle dell' "Incipit", si percorrono passeggiate nel subconscio (la splendida title-track) e ci si annulla nella pace della natura ("Unreal Wood"). Gli intrecci acustici di "Way Out" richiamano il miglior pop-rock inglese degli anni '90, dai Suede più ispirati di "Dog Man Star" fino ai più sperimentali Kula Shaker. Tutto però in chiave dotta e mai superficiale. "Corner" è affidata a un delicato piano mescolato a tastiere seventies, per inoltrarci in territori che strizzano l'occhio ai Pink Floyd più organici. Stessa freschezza si respira nella seguente "Holes And Snares", aggraziata electro carezzevole. "Chasm" entra in testa come un lanciato singolo synth-rock, mentre la bellissima "Dead Zone" potrebbe esser uscita da un album più intimista dei Simple Minds. Un disco troppo perfetto da descrivere brano per brano senza rischiare di risultare ridondanti. "The Path" è un lavoro che obbligatoriamente va lasciato entrare nel corpo e fluire nelle vene, spinti da un desiderio di conoscenza che mai sarà completa. Ad ogni ascolto la musica di Bona Head svela sempre più sfumature e colori in precedenza sfuggiti. Ascoltando più volte il disco, ci si accorge che Bonazzoli regala il più avvincente dei doni: la possibilità di rivivere in qualsiasi momento lo stesso sogno, per rammentarci quanto la nostra vita sia influenzata dalle nostre esperienze oniriche. Quando nell'epilogo di "The Perfection" suona la sveglia, l'istinto prevale e inevitabilmente il dito preme di nuovo play. Un disco magico, che porta indietro nel tempo, quello della musica, quando il rock melodico inglese scalava le classifiche, e quello più convenzionale, nella tortuosa via che percorriamo alla ricerca di noi stessi. Ecco la perfezione! Uno dei migliori artisti del sottobosco del nostro Paese.
Max Firinu
http://bonahead.wixsite.com/bonahead
https://bonahead.bandcamp.com/