25-10-2012
PUANTEUR DE CHARNIER
"Mitteleuropa"
(Autoproduzione)
Time: (51:11)
Rating : 5.5
Tirare fuori una marcia guerresca usando i mezzi e i canoni della vecchia scena electro-dark di 10/15 anni fa è la regola per il francese Puanteur De Charnier, che si sforza di abbandonare i minimalismi estremi (se così possiamo definirli) dei precedenti album per cercare un suono più ricco e squillante, ancora in parte devoto al sound da pianola Casio, sebbene a tratti più maturo ed evoluto. I brani continuano ad essere brevissimi, con una media di due minuti e mezzo, ma la prima parte di "Mitteleuropa" si presenta più elaborata rispetto al passato, e le idee appenna accennate in album come "Stammesherzogtümer" e "Das Manifest Von Drei-Ähren" riescono a prendere forma grazie a molteplici linee sonore, rifinite dalle immancabili marce militari e da qualche discorso dittatoriale. Tra i passaggi migliori va annoverato il brano "Jean De Werth" che sembra estratto da un videogioco di guerra degli anni '80, una title-track in cui vengono azzardati cori orientaleggianti, sorretti da un nodo di synth dal sapore minimale e orchestrale, e i bombardamenti martellanti di "Herrenvolk", che danno una scossa analogica ad una ricetta tipicamente post-industriale. Più in generale tendono ad aumentare i momenti funerei grazie ad iniezioni di malinconica oscurità (esemplari in "De Gloria Martyrum" e "Verklingende Wissen"), talvolta ottenuti tramite campionamento di piano o arrangiamenti di archi ("Le Temeraire"). Purtroppo le cartucce da sparare sono poche, e già a metà disco si incontrano tracce bislacche a base di ritmiche esili supportate da infantili motivi di tastiera; la fantasia latita e ci si arena nella ripetizione di quattro note improvvisate: si passa dall'electro minimale più scontata ed allegrotta di "Altus Avos Trojae" e "Modeste Ler", a compitini disarmanti tipo "Boeren Krijg" e "Salm", fino a pezzi totalmente inutili e sconclusionati come "Alérion" e "Der Aufgang Der Menschleit". In chiave electro l'esperimento più riuscito è "Wildenstein", che unisce in modo piacevole l'anima da dancefloor, con gli arrangiamenti memori dei primi VNV Nation, a martellamenti operati da rullanti militari. Sempre rigorosamente autoprodotto in tirature che coprono sì e no il numero dei familiari, "Mitteleuropa" rimane tematicamente ancorato ad un universo storico-bellico velato di echi totalitari, con tanto di simboli al seguito ed un artwork talmente carico da sembrare irreale e strappare un laconico sorriso. Sul piano strettamente musicale avrebbe giovato una scrematura dei brani, con scarto di varie cose francamente ridicole e noiose. In sintesi Puanteur De Charnier si pone come un Dernière Volonté esemplificato alla massima potenza, ancora molto ingenuo e rozzo, ma credo che se piacerà sarà proprio per questi motivi. Tutte realizzate a mano le 20 copie prodotte, sorprendentemente ancora disponibili o presso l'autore o presso un noto mailorder tedesco.
Michele Viali
http://www.myspace.com/puanteurdecharnier