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Room 109

22-10-2010

WALTER SICKERT & THE ARMY OF BROKEN TOYS

"Steam Ship Killers"

Cover WALTER SICKERT & THE ARMY OF BROKEN TOYS

(Autoproduzione)

Time: (46:15)

Rating : 8

Bentornati sotto lo chapiteau digitale di Mr. Sickert (il musico), di Edrie (la musa) ed il suo esercito di balocchi rotti. Bentornati perché già nel 2009 ci occupammo dell'eclettico, baffuto artista di Boston dedicando una pagina al suo EP "Casualty Menagerie", tutt'ora però rimanendo una voce isolata in Italia nell'apprezzare il genio polivisivo che nel suo territorio è già un piccolo culto. Teatrale e artisticamente completo, i suoi live show sono affollati ed imprevedibili. Un circo paradossale ed assurdo, guignolesco, colorato ed antico: la musica e i personaggi si muovono al suo interno, figli di un destino noir nell'essenza, policromo nella forma, ed il suono che Walter Sickert compone per la sua orchestra è di buona scuola, con fondamenta solide, sotterranee e bohemien. Tom Waits, Nick Cave, Legendary Pink Dots e di rimando quel piccolo progetto tedesco, The Beautiful Disease, che per capacità di coniugare maledizioni nere e psichedelie ci colpì nell'esporvi la loro opera: questa è l'area che Mr. Sickert frequenta gravitando tra lisergie darkoidi, blues disperato, depressioni americane in chiave folk, ma umanamente così umano... Se vi piace il cocktail continuate la lettura, perché tra queste lande sonore negli ultimi anni i riflettori si sono abbassati nei gradimenti degli ascoltatori come nella stampa specializzata. Stupidi! Un patrimonio di tal portata è invidia nel mondo rock underground, una storia scritta tra capolavori della wave di due continenti spesso in questi suoni legati con il triplo filo del folk, del blues e del post-punk, generi difficili da conciliare, alchimie pericolose, composti che se dosati perfettamente offrono soluzioni meravigliose. Perché la miscela sonora esploda è previsto un esecutore di talento, appunto il Nostro, personaggio uscito dalla fucina del post-punk. Il suo folk-cabaret è sorretto dalla voce maschia, roca e possente: subito in apertura "A Friend In Goddamn" invita spettatori ad assistere ad un circo drammatico in cui si muovono suoni composti da armonica, chitarra acustica, batteria o tutta una serie di strumenti governati da una lunghissima lista di amicizie del Nostro. Suoni psichedelici di quella lisergia alienata ed industriale che i Pink Floyd esaltarono in "Animals", fino a correre tra le praterie della sua terra, gli States, che quando si aprono oltre le città si porgono con landscapes di natura bellissima. Ascoltate "Sam Hall", "Heroine Pig" o "Viktagraph" (già apprezzata nell'EP di cui sopra, prima release fisica dopo l'eponimo album in download del 2007) per trovarvi coinvolti in questi suoni, soprattutto la prima: pelle nera del sud, quando l'afroamericano era il 'negro' ma partoriva rock'n'roll figlio di Dixie e black jazz maledetto e marginale, tra west e quadriglie in terra di coloni, unendosi agli Spiritual Front che hanno fatto di questi temi la carta del loro successo. Ballata che puzza di fogna, "Revenge Of The Rats" (riportata anch'essa dall'EP "Casualty Menagerie") ha la maledizione predestinata, nata e cresciuta dai cattivi semi che Re Inchiostro ha semin ato nei solchi di almeno tre continenti. Questo in sintesi: c'è ben oltre in "Steam Ship Killers", vi sono tredici numeri che in superba sequenza il domatore di suoni Walter Sickert e la domatrice di note Edrie offrono al loro pubblico, ed anche quello italiano è invitato... Venghino signori, venghino! Ci sono ancora posti, ma lo spettacolo è già incominciato.

Nicola Tenani

 

http://armyoftoys.com/

http://www.myspace.com/armyoftoys