27-10-2009
6CT HUMOUR
"Dropping A Dime"
(Autoproduzione)
Time: (29:43)
Rating : 7
L'ennesimo debutto che approda sulle nostre pagine proviene dal cuore della Germania: tre ragazzi con il gusto di manipolare alle tastiere drappi sonori con stile e leziosità. Rouven, Ronny e Andreas sin da questo loro primo lavoro denotano una maturità non comune: solitamente anche nel caso di eccellenti prove d'esordio apprezziamo il più delle volte il talento e l'istinto, ma loro, oltre alle qualità richieste ad un act sconosciuto, ci offrono in questa mezz'ora una quadratura equilibrata, sintomo di amalgama rodato ed idee condivise con il chiaro intento di raccogliere favori immediati. Con la prima traccia, "Analog", l'EP si presenta in sintonia con la dance-wave tornata ad esistere concretamente in più parti d'Europa; in realtà la sintesi del dischetto esprime invece toni smorzati, alla ricerca di atmosfere rarefatte ed elaborate con cuore e mente in perfetta sintonia. L'odore malinconico ed acre degli eighties regna incontrastato in tutte le sei tracce senza cadere nella trappola della mera emulazione, ma dando una logica contemporanea che coniuga il senso di atmosfera con basi elettroniche non per forza inquadrate nella ricerca del sapore dance, preferibilmente create invece per essere centellinate in uno stato di relax voluto ed aperto all'abbandono. Un po' come cercarsi l'attimo giusto per gustarsi un vino importante alla temperatura appropriata, versato nel decanter, rispettando i suoi tempi per esaltare gli aromi... Unite insieme queste due situazioni e la mezz'ora in compagnia dei 6ct Humour potrà essere davvero gradevole. Introspettivi in "Ganz Nah", dove voce e musica cercano e trovano il mood giusto nell'offrirsi, malinconici in "My Longest Day" e tra le 'sofferenti' partiture di piano di "New Song": i fantasmi che evocano hanno tutti nomi vividi tra gli aloni fumosi degli anni '80, come i Ph.D., i Thompson Twins, gli O.M.D. o il connazionale Peter Schilling, ancora presente tra i ricordi delle vecchie generazioni underground. Il tutto, però, figlio del rinnovamento contemporaneo di quei musicisti che dietro un campionatore o una tastiera digitale cercano la difficile carreggiata che velocemente dai solchi del disco arriva mirata all'animo dell'ascoltatore: Deine Lakaien e Diorama su tutti, e ciò denota che in Germania ha ancora significato la ricerca del lirismo. Per certe atmosfere celesti tra droni elettronici e campionature effimere possono esserci punti comuni con l'Elena Fossi dei disciolti Siderartica. Anche la veste con cui si presenta l'album è decorosa per un debut: una cover bianca e fluida nella vernice rossa che la anima è quasi dadaista nel suo pittorico minimalismo, mentre il booklet offre tutte le informazioni necessarie per conoscere meglio il trio ed i testi per cercare conferme anche nella loro poetica. Una frase nella conclusiva "Shadowplay" è l'emblema della delicatezza romantica tipica della scena che i Nostri, in questo caso, rappresentano: "And I Hope You Play The Game To The End, The Prize Is High But I'm Willing To Pay, So Let Begin Your Shadowplay...". Teneteli d'occhio insieme a noi: questo act promette bene!
Nicola Tenani
http://www.myspace.com/6cthumour