20-10-2009
LADY HAIDEE
"Feral"
(Autoproduzione)
Time: (36:13)
Rating : 7.5
Opera prima di tutto rispetto questa di Haidée Augusta (aka Lady Haidee): grafica e sound da subito ben espliciti, e ciò non può che essere monito di promesse tutte da coltivare da qui ai prossimi lavori. Veste grafica accattivante per un digipack cartonato raro da trovare in una self-production: basterebbe il libretto interno con le stupende raffigurazioni della pittrice emiliana Carla Bedini per 'umiliare' tante generazioni di marketing discografico dal costo spesso non compensato con idee altrettanto valide. Fanciulle che gravitano tra il fantasy ed il gotico senza cavalcare gli stereotipi (come nel caso di Victoria Frances), ma incantevoli nei vacui sguardi adolescenziali tra colori autunnali e pennellate che cesellano il più piccolo particolare. Ovviamente il dischetto ne è in ogni caso la perla racchiusa! Dieci tracce per farsi conoscere e stupire nel proporre un sound che avvicina la Prikosnovénie ma non la emula, che si contagia di tutto ciò che nell'ambito è riferimento (da Priscilla Hernandez a Louisa John-Kro,l fino alle piccole ballate delle lande degli Elane) cercando anche lo spazio per dare un alone ancor più gotico al suono; in questa direzione "I Want To Be Happy", traccia conclusiva di "Feral", è grandiosa nella magia quasi stregonesca della voce di Lady Haidee 'aggredita' dalle cupe atmosfere della parte strumentale. L'intro, "In A Land Far Away", è un po' il manifesto dell'artista londinese: tastiere su suoni propagati verso l'infinito in una stasi magica del suono, in cui le sue urla eteree e gli ululati di un lupo determinano un alone di bosco 'mistico' e surreale. Lei può essere silfide che nelle notti di bruma seduce i malcapitati, come anche figlia di un Fauno 'ribelle' ed animalesco nei suoi istinti. Seducente è il termine ideale per connotare il timbro quasi 'crane', ma più spesso crudele nella sua attraente fattura; "Creeping" si avvicina a quel filone gotico cinematografico in cui anche Emilie Autumn ricava ispirazione e su cui gli Hungry Lucy hanno costruito il proprio piccolo successo. Ed è la parte di sound in cui Lady Haidee si manifesta in chiave fiabesca ed oscura; altri momenti li dedica invece ad un suono che tra elettronica 'dance' e chitarre riverberate in riff carichi di echi si pone in una strana posizione, in equilibrio tra riferimenti electroclash (come due act scandinavi che qualche anno fa hanno brillato per qualche tempo quali Computorgirl o Daybehavior) e goth-rock che, proprio per quei riflessi di sei corde, richiama alla memoria il sound di Mephisto Waltz o The Last Dance. Indubbiamente una proposta singolare, eppure "R.I.P." o "Seer" si posano tra queste sponde. Tutto il fascino deduttivo e dance che trovammo anche nelle prime produzioni dei Ladytron (pensate a "Playgirl") esplode letteralmente nella ballatona elettronica "Shadow". Un album complesso che va ascoltato con attenzione e con la dovuta considerazione, che personalmente già da questo esordio avremo nei confronti di Lady Haidee, giovane progetto di un'artista che con impeto si spianerà le strade del sottobosco musicale tenebroso, tra creature fatate, fiabesche presenze e maliziosi capricci.
Nicola Tenani
http://www.myspace.com/ladyhaidee