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02-03-2009

AT THE FUNERAL OF MY VIOLET RABBIT

Nel doloroso mondo

AT THE FUNERAL OF MY VIOLET RABBIT

di Roberto Alessandro Filippozzi

La scena musicale oscura nazionale continua a trascinarsi stancamente in attesa di quei riscontri di pubblico che, per motivi dei quali abbiamo parlato sino alla nausea, continuano a non arrivare. Ma un dato positivo c'è: dal sottobosco dell'underground di casa nostra continuano a nascere progetti qualitativamente importanti, anche se spesso e volentieri rivolti a selezionate nicchie di pubblico. Si tratta quindi di un panorama che, nonostante tutto, vive di buona salute sul piano squisitamente artistico, e nel quale le belle sorprese non mancano mai. E per noi della redazione di DARKROOM Magazine scoprire (e di conseguenza portare all'attenzione del pubblico) una realtà come At The Funeral Of My Violet Rabbit, progetto solista del triestino Christian, è stata una piacevole sorpresa: da subito il secondo CDr "Al Funerale Del Mio Coniglio Viola" ha catturato la nostra attenzione, ed il doveroso interesse verso la proposta dell'artista del nord-est è opportunamente sfociato in una gradita collaborazione col nostro magazine per il primo volume della nostra compilation celebrativa. Il solo-project dal curioso monicker si muove fra dark ambient e sonorità industriali, ma con una sensibilità assai differente rispetto alla massa informe delle produzioni del settore, dettata da un retroterra che ha senza dubbio permesso al Nostro di costruirsi un suono decisamente più personale rispetto alla media, e pensiamo sia stata proprio la somma di questi fattori ad averci fatti appassionare all'arte di un musicista capace di raccontare il disagio interiore come molti vorrebbero fare, ma in pochi riescono. Affascinati dalle note e dagli umori del nuovo album "Scrutando Tra Ruggini Post-Industriali", terza opera autoprodotta per At The Funeral Of My Violet Rabbit, siamo andati ad interrogare un artista il cui animo ci colpisce nel profondo al pari della sua musica, tanto per certe amare riflessioni quanto per la lucidità nel portare avanti un discorso creativo importante (e qualitativamente indiscutibile) che lega perfettamente fra loro parole, suoni ed immagini: ecco cosa ci ha raccontato Christian in questa lunga e piacevolissima chiacchierata...

AT THE FUNERAL OF MY VIOLET RABBIT

"Il coniglio viola simboleggia qualcosa di più grande, un sogno e qualcosa che ho perso. Sono una persona nostalgica che per certe cose vive ancora nel passato. Ho voluto glorificare con un funerale tutte le cose che ho perso, tutte le emozioni importanti della mia vita. Per farlo mi sono ritrovato da solo, ma penso sia giusto così."
(Christian)

 

AT THE FUNERAL OF MY VIOLET RABBIT

"Credo che attualmente la nostra vita nel mondo sia una continua guerra. Io ho scritto una musica per un conflitto che è già iniziato dentro di noi. Patetici, squallidi esseri umani di merda. Guardandomi attorno non riesco a trovare al momento nessun punto di riferimento al di fuori di me stesso e della mia famiglia e, nel mondo di oggi, non voglio neanche cercarlo."
(Christian)

 

AT THE FUNERAL OF MY VIOLET RABBIT

"È il mondo odierno a farmi male. Vorrei esser nato in un altro tempo, quando ancora esistevano dei valori. Quando vedevi il frutto del tuo lavoro e se non lavoravi non mangiavi. Quando esisteva ancora la bontà, l'amicizia senza secondi fini. Oggi esiste tutto, e quindi non esiste niente."
(Christian)

 

 

http://www.myspace.com/atthefuneralofmyvioletrabbit