11-08-2008
CONDANNA
"e i vermi ameranno la mia carne"
(Rustblade/Masterpiece)
Time: (50:25)
Rating : 6.5
Condanna è un recente progetto italiano con all'attivo due album: il primo, omonimo, stampato nel 2003, e questo "e i vermi ameranno la mia carne", che ci rimanda col titolo ai vecchi film horror italiani degli anni '70. L'album è realizzato utilizzando un vecchio sequencer Roland, senza il supporto di programmazioni computerizzate: i suoni scaturiscono infatti solo da synth e campionamenti, fatto che accosta il progetto di Paolo Pineschi al passato e ai molti act che negli ultimi anni hanno voluto eseguire i propri lavori senza l'aiuto comodo e facile dei software. Condanna riesce a mescolare abilmente approcci diversi alla materia elettronica, sempre percorrendo vie esecutive d'avanguardia, ma non lesinando inserimenti audio che conducono alle prime sperimentazioni meccaniche degli anni '70. Parte dei brani si attesta nelle vicinanze del rhythmic noise in cui emergono chiari elementi glitch: insomma, le basi ritmiche vengono di norma 'sporcate' a vario livello da frammenti di rumori e imperfezioni audio-meccaniche. Un'eccezione a tale procedura è il pezzo "Invito", la cui base pulita e le atmosfere cupe rimandano in parte ad alcune soluzioni dei Runes Order. Per il resto tracce come "Anatomia del caso, L'arte e morte", "Segnare dove cadere" e la lunghissima title-track propongono linee percussive frastagliate e sperimentali, in parte debitrici delle ricerche dei Coil e con diverse divagazioni di natura analogica. In un complesso alquanto ruvido colpisce l'inserimento di una base fortemente morbida che percorre una buona frazione di "Segnare dove cadere", pezzo che rivisita con gusto una certa dance del passato. Oltre a questo preponderante aspetto, Condanna non rinuncia a firmare due pezzi di classico ambient-noise intitolati "Taglio" ed "Epitalamo" (quest'ultimo è l'unico brano composto da Walter Pacciotti, tutti gli altri sono opera di Paolo Pineschi): il primo ha coordinate scabre e ferrose da reparto metalmeccanico, mentre l'altro appare legato alle vecchie colonne sonore di filmacci fantascientifici degli anni '70, ricco com'è di sonorità analogiche. Estremamente interessante la chiusa del lavoro con la traccia "umaNO": trattasi di una pura sperimentazione, generata da una sorta di cinguettio cibernetico asettico che funge da base e mette in mostra il gusto dell'autore per la ricercatezza. "e i vermi ameranno la mia carne" è fortemente legato ai prodotti della prima Ant-Zen o ai classici della Steinklang Industries, ma le particolari divagazioni retrò e alcune soluzioni ritmiche riescono a dare al progetto un'anima propria e un gusto personale. Sicuramente è un album che gli amanti del settore possono tenere in considerazione.
Michele Viali
http://www.avanguardiadellanima.tk/