26-04-2008
DPERD
"Regalerò Il Mio Tempo"
(My Kingdom Music/Masterpiece)
Time: (60:31)
Rating : 7
Carlo Disimone e Valeria Buono, in arte Dperd, potrebbero essere le due colonne portanti dell'antico ed imponente arco di pietra che, tra la fitta nebbia, fa capolino verso l'orizzonte di una giornata mesta ed uggiosa: non si poteva trovare copertina più consona per figurare un'Arte così inquieta, ascetica ed elegiaca come quella ricreata da questo duo nostrano, da poco accasatosi presso la scuderia della sempre meticolosa My Kingdom Music. "Regalerò Il Mio Tempo" incarna il secondo sigillo di una carriera egregiamente avviata nel 2003 con un primo CDr autoprodotto, la conferma della stoffa compositiva ed espressiva già manifestata dai Nostri nell'album d'esordio "3Non", uscito nel dicembre 2006 per Final Muzik. Fragilità ed introspezione sono le parole d'ordine di un'opera nella quale i lampanti rimandi ad una scena musicale evidentemente ancor nitida nell'immaginario odierno e sempre foriera d'ispirazione (ci stiamo ovviamente riferendo alla gloriosa new wave degli anni '80 ed ai suoi artisti di punta quali The Cure e Cocteau Twins) tendono a sottrarsi ai caratteri della più piatta emulazione per assumere fisionomie più prettamente italiche, dotate di un forte retrogusto 'noir' (non a caso le note biografiche ci presentano la proposta degli Dperd attraverso l'insolita etichetta 'mediterranean darkwave'), soprattutto grazie ad un cantato caldo e palpitante, che ricorda talvolta certe dive passate per i palchi del Festival di Sanremo che fu (sappiate che chi vi scrive non reputa affatto sconcertante trovare rimandi ad Anna Oxa nella tagliente malinconia di "Come Sarà") piuttosto che le 'solite' sirene d'oltremanica dalla voce celestiale, ed alle splendide liriche scritte in un italiano madido d'infranta speme e romantico spasimo. Nei momenti più oscuri del disco domina una bella armonia generale, messa in risalto dall'intervento di un pianoforte dalla deliziosa indole onirica ("Cuore Malato"), che viene spezzata, purtroppo, da episodi fin troppo ariosi e dilatati dal suono dei synth e delle tastiere che, alla lunga, rischiano d'affogare l'ascoltatore in un tedioso abisso di monotonia. La strada che li condurrà al prossimo disco saprà senz'altro suggerire a Valeria e Carlo quale sia il modo migliore per smussare gli angoli della propria musica, ancor troppo zigrinati: promuovendo con una piena sufficienza un lavoro di pregevole fattura qual è "Regalerò Il Mio Tempo", aspettiamo la nuova fatica degli Dperd nella speranza di un'ulteriore ed ancor più emozionante conferma di quel fascino romantico ostentato con cotanta convinzione ed ammaliante proprietà di mezzi.
Marco Belafatti