Logo DarkRoom Magazine
Darkroom List menu Room101 Room102 Room103 Room104 Room105 Room106 Room107 Room108 Room109 Reception
SYNTHPOP, FUTURE-POP, TRIP-HOP, CHILLOUT E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ACCESSIBILE E MELODICA
HARSH-ELECTRO, EBM, ELECTRO-INDUSTRIAL, IDM E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ABRASIVA E DISTORTA
DARKWAVE, GOTHIC, DEATHROCK, POST-PUNK E AFFINI
INDUSTRIAL, AMBIENT, POWER ELECTRONICS E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ NERE ED OPPRIMENTI
NEOFOLK, NEOCLASSICAL, MEDIEVAL, ETHEREAL E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DELICATE E TRADIZIONALI
TUTTO IL METAL PIÙ GOTICO ED ALTERNATIVO CHE PUÒ INTERESSARE ANCHE IL PUBBLICO 'DARK'
TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DIFFICILI DA CLASSIFICARE O MENO RICONDUCIBILI ALLA MUSICA OSCURA
LA STANZA CHE DEDICA LA DOVUTA ATTENZIONE ALLE REALTÀ NOSTRANE, AFFERMATE E/O EMERGENTI
LA STANZA CHE DEDICA SPAZIO ALLE BAND ANCORA SENZA CONTRATTO DISCOGRAFICO

Mailing-List:

Aggiornamenti su pubblicazioni e attività della rivista


 

Cerca nel sito



Room 108

25-02-2008

WE WAIT FOR THE SNOW

"Lullabies From Our Dreams"

Cover WE WAIT FOR THE SNOW

(Final Muzik)

Time: (48:25)

Rating : 7

Andrea Penso, mente del progetto ambient Selaxon Lutberg, dà vita, insieme a Simone Zuccolin, ad un nuovo e interessante nome: We Wait For The Snow. Le atmosfere malinconiche legate alla natura e all'interiorità permangono anche nel nuovo act, ma vengono sviluppate in modo diverso e sicuramente più innovativo rispetto a quanto fatto con Selaxon Lutberg: questo CD d'esordio racchiude una sorta di poetica delle piccole cose quotidiane, ottenuta grazie a tutto un complesso di suoni e rumori sviluppati a partire da oggetti non musicali, usati come percussioni o come sottofondo. In sovrimpressione si delinea l'ossatura dei brani tramite una melodia tenue creata con una strumentazione acustica (a base di chitarra, flauto e fisarmonica) o elettronica, la cui peculiarità è di avere sempre una morbidezza sonora che trasmette un leggero brivido di malinconia. Tra i momenti migliori spicca la ballata acustico-negativa con venature neofolk "Forgotten Lovers": un brano che guarda indietro a tutta una tradizione musicale del passato, ma in grado di dare emozioni forti grazie anche a un'interessante resa lo-fi; "Centre Of Wood" (a mio parere il momento più elevato dell'album) si adagia invece su di un tema armonico insistente e deprimente capace di ricordare i suoni di "Sleep Has His House" dei Current 93, e ciò la dice lunga sulle finalità dell'album. Accanto ai rumori generati da oggetti svetta senz'altro l'uso della chitarra acustica, segnata da un'esecuzione minimale e in grado di produrre momenti di angusta malinconia (in "...Ancora Qui" e "Old Dead Man's Lullaby") e passaggi dalle fattezze più improvvisate ma pur sempre ambientali, come "From Our Dreams pt.I" e pt.II. "Lullabies From Our Dreams" si propone in tono volutamente dimesso, lontano dai rumori della modernità, chiuso tra le mura di un'antica stanza che ispira silenzio, sicurezza e protezione. Forse in assoluto il lavoro più intimista dell'anno che ci lasciamo alle spalle.

Michele Viali

 

http://www.wewaitforthesnow.splinder.com/

http://www.finalmuzik.com/