30-11-2024
OUTPOST OF PROGRESS
"Nightwings"
(ScentAir Records)
Time: CD (54:26)
Rating : 8
Imboccata la strada giusta col precedente ed ottimo "Rendezvous In Black" di fine 2020, i fiorentini OOP proseguono con passo sicuro in questo loro terzo album, nuovamente patrocinato - nelle 100 copie dell'essenziale digipack - da quella ScentAir Records che ha creduto in loro sin dal principio, e a cui loro sono fieramente legati, a dispetto di certa dissennata russofobia che non ha mancato di creare dissapori anche nella nostra scena. Il sound è quello notturno e suadente già mirabilmente sfoggiato sul precedente opus, ma si avverte benissimo come Max Bindi (voce) e Riccardo Pinzuti (musiche) abbiano ulteriormente affinato il proprio approccio alla materia synthpop, mantenendo inalterata l'eleganza e la raffinatezza di soluzioni e passo. Dettagli ancor più curati e finiture di pregio permeano una costruzione che può contare su synth ispirati e creativi nel loro omaggio alle decadi migliori dell'elettronica del secolo scorso, ma che non è da meno nel beatwork variegato e di ampie soluzioni, ed anche stavolta, al fianco di un Max dalla caratteristica vocalità suadente e quasi "sussurrata", troviamo l'ottimo rinforzo ai cori di Giulia Ferini, ora ancor più coinvolta nel progetto. Con lo stesso coraggio con cui avevano aperto "Rendezvous...", i Nostri scelgono un'altra cover per inaugurare la nuova fatica, rendendo bella e seducente "Dirt" degli Stooges nel loro ormai caratteristico stile, sempre raffinato e carico di fascino notturno. Ma è solo l'inizio di un viaggio lungo ben 14 brani, all'interno del quale non vi sono cali di tono, da gustare a luci basse in tutta la sua durata, con picchi qualitativi di alta caratura come "One Of These Endless Nights", in cui i synth dipingono con grande efficacia su cadenze piacevolmente lente, o "Lift Up Your Sky", col suo groove educato ma irresistibilmente suadente, o l'intima e soffusa "Don't Let The Night End", che procede con classe fra ricami IDM e melodie sognanti, o ancora l'intensa "Subterranean Love", coi suoi affascinanti suoni ed un beat opportunamente penetrante. Ma ogni brano di "Nightwings" meriterebbe una menzione, a partire dalle altre due cover in scaletta, in cui gli OOP reinterpretano alla loro maniera sia "Beat And The Pulse" degli interessanti Austra (in cui Giulia può ritagliarsi meritatamente più spazio), con enfasi sulla drammaticità, sia quella "The Wanderer" che gli U2 realizzarono con Johnny Cash, che l'act fiorentino riesce agevolmente a piegare alle proprie prerogative sonore. Non più soltanto una piacevole sorpresa, bensì una band matura che ha chiara la propria visione artistica e dispone delle capacità necessarie per concretizzarla efficacemente, gli OOP sono ormai a tutti gli effetti una delle migliori realtà contemporanee del panorama electro nazionale, e meritano pertanto tutte le attenzioni del caso, specie da parte dei palati più esigenti.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://www.outpostofprogressmusic.com/