15-06-2024
ATARAXIA
"Centaurea"
(The Circle Music)
Time: CD (55:16)
Rating : 8
Secondo capitolo di una trilogia iniziata nel settembre del 2022 col precedente "Pomegranate", "Centaurea" è la ventinovesima uscita sulla lunga distanza nella storia ormai quasi quarantennale degli Ataraxia. Una trilogia sviluppata in seno al percorso che Francesca, Giovanni e Vittorio (assieme al violoncellista e collaboratore ormai fisso Totem Bara) stanno compiendo con la greca The Circle Music, ultima fra le molte etichette di alto livello che hanno pubblicato la musica degli emiliani, che rilascia "Centaurea" nelle versioni CD jewel-case, vinile dorato (500 copie), download e nei 200 esemplari del lussuoso box, comprendente fra le altre cose, oltre alle due versioni CD ed LP trasparente/magenta, un vinile 7" con tracce esclusive, artbook ed altri pregevoli gadget. Con "Pomegranate", i Nostri avevano messo da parte quella volontà di esplorare nuove soluzioni splendidamente espressa con "Synchronicity Embraced" e "Quasar", tornando alla formula che ha plasmato nei decenni l'inconfondibile stile Ataraxia, tra folk ancestrale e darkwave neoclassica, con i suoi mille risvolti eterei, sinfonici, bucolici, medievali e fiabeschi. "Centaurea" prosegue nella medesima direzione, dalle suggestioni celtiche dell'introduttiva "The Source" (con le uillean pipes suonate dall'ospite Gregorio Bellodi) sino al soffio etereo delle conclusiva "Coelestis", che piega verso il dreampop col suo educato ritmo sintetico, unica piccola concessione a stilemi più attuali. Sempre ispirati nella creazione come nelle eccelse performance individuali, questi infaticabili cantori/ricercatori dell'Anima e dello Spirito non mancano di bilanciare perfettamente anche in questa ennesima prova un impeto sontuoso, solenne e sacrale ("Aetas Aurea", un'intensa "Aqua Mater" dai bei riflessi dark-folk, la più vibrante ed elettrica "Ignis Pater") con una dolcezza poetica che, ancora una volta, trasuda intimismo e sincera passione (la fiabesca "Porselanae", "Galen" e quella "Of Snow And Sapphires" dai piacevoli tratti pinkfloydiani). La sofferta e drammatica "Viriditas" tocca agevolmente le corde dell'anima, ma il vero gioiello dell'opera è indubbiamente "Nox Incubat", incanto d'altri secoli che evoca una Bellezza senza tempo, proprio come quella che è da sempre ciò che dispensano a profusione questi straordinari ed inesauribili artisti, i quali, sotto lo stendardo di Ataraxia, proseguono nel loro percorso d'arte e di vita brillando di una luce unica ed inconfondibile. Lasciate che il canto sacro e spirituale della sacerdotessa Francesca, i dolci arpeggi densi di pathos del silente tessitore Vittorio e le sontuose tastiere di Giovanni vi portino lontano da qui, verso un mondo nobile e giusto, ancora una volta e, come sempre, con l'assoluta onestà di chi non assolve ad un compito, ma risponde ad un'autentica vocazione.
Roberto Alessandro Filippozzi