06-03-2024
THEY DIE
"Black Magic"
(Swiss Dark Nights)
Time: CD (39:44)
Rating : 7.5
Dopo due lavori come "Deviant Love" (2021) ed "Emptiness Prevails" (2022), che avevano incarnato fortemente l'ortodossia post-punk/goth rock e batcave di scuola ottantiana, il trio veneto sorto sulle ceneri dei compianti First Black Pope apre saggiamente ad elementi capaci di portare il songwriting oltre quegli stilemi già ricalcati fedelmente da troppi altri gruppi. Dopo aver dimostrato di aver ben appreso certe fondamentali lezioni del passato, Simone, Massimiliano e Giorgio ampliano il raggio d'azione di una formula comunque sempre fedele alla scuola degli 80s, ma ora più aperta a retaggi di quell'elettronica che solo un lustro fa li vedeva eccellere nel proprio ramo di pertinenza come FBP. Com'era lecito attendersi, sono le macchine di Giorgio il perno attorno al quale far ruotare quel processo evolutivo che è nelle corde del trio (laddove le vocals di Simone e la chitarra di Massimiliano restano più ligie alla tradizione), anche se i synth paiono talvolta più puntellare le strutture che non dettare la rotta, come nei frangenti maggiormente canonici ("Glass Girl", "Unsaid Words", "Remedy" e "Denied"), legati per lo più ad un gothic rock ora graffiante, ora trascinante nella sua innegabile efficacia. Pur in un lavoro piuttosto conciso, non manca spazio per abbattere quei paletti che musicisti così esperti possono agilmente superare: già il carismatico mid-tempo "Tied To My Bed", marchiato da un intrigante giro di tastiere e dal severo refrain (finanche memore di alcune cose dei FBP), dice molto in tal senso, ed anche la scattante "Call My Name", coi suoi elementi ben dosati, svela una trazione electro che è linfa vitale per il progetto. Fa ancor meglio la sofferta title-track, miglior sintesi ottenuta fra l'ortodossia sin qui onorata e la volontà di rinnovamento, nonché picco dell'intero lavoro, ed anche la lenta e drammatica "Behind U", con le sue suggestive trame di grande pathos, rappresenta una netta apertura verso soluzioni differenti da ciò che sinora era stato; in chiusura c'è il 'clubbing mix' di "Our Blood" (scelto per il primo videoclip estratto e con alla voce l'ospite Ally Fixxx) a regalarci l'ultima gradita sorpresa, col suo piglio solido, le sue trame seducenti ed un groove che non faticherà ad accendere il dancefloor. È sicuramente onorevole tramandare l'eredità inestimabile di certe leggendarie scuole musicali del passato, ma ancor di più lo è farle proprie per colorarle di nuove e differenti sfumature, ibridandole con un più ampio spettro di soluzioni in grado di abbattere determinati confini: con "Black Magic" (sul mercato nei 500 esemplari dell'essenziale digipack), i They Die mostrano di essere fra quelli che hanno le capacità, l'intelligenza e la volontà necessarie per riuscire nell'impresa, e di qui in poi sarà estremamente interessante vedere fin dove vorranno spingersi in questa loro apprezzabilissima idea di rinnovamento.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://theydie1.bandcamp.com/
https://swissdarknights.bandcamp.com/