07-11-2022
CORAZZATA VALDEMONE
"Innodia Del Combattente"
(In Pvgna Musto Produzioni)
Time: CD (37:19)
Rating : 8
Chi ricorda la nostra intervista alla CV di poco più di un anno fa, ricorderà senz'altro che Gabriele Fagnani, titolare unico del longevo progetto totalitarian industrial, ci aveva promesso un'altra raccolta di canti a carattere divulgativo, dopo l'eccellente lavoro svolto con "Marcia E Canta, Combatti E Taci". Promessa mantenuta, concretizzata lo scorso 28 ottobre - in occasione del Centenario della Marcia su Roma - nelle 100 copie in elegante confezione A5 di "Innodia Del Combattente", collezioni di inni legati prevalentemente al periodo fascista che ha il solo ed unico scopo di rappresentare un'opera di "archeologia musicale", per citare le stesse note interne dell'artwork. Dodici brani dell'epoca (introdotti da altrettante presentazioni con opportuni cenni storici curate da G/Ab Svenym Volgar dei romani Deviate Damaen), reinterpretati e ricostruiti fedelmente sugli spartiti originali e sulle testimonianze di chi c'era davvero, per integrare e continuare idealmente il lavoro iniziato nel '77 da Giorgio Pisanò, onde tramandare autentici reperti sonori d'indiscutibile valore artistico alle generazioni future. Pochissimi dei brani proposti erano stati registrati ufficialmente, e Gabriele, degnamente spalleggiato da un piccolo gruppo di coristi e strumentisti (per fisarmonica, tromba e chitarre), ci regala tutta una serie di "prime volte ufficiali" interpretate con rispetto e passione, andando anche a riproporre in differenti versioni (per molte canzoni ve n'era, all'epoca, più di una) una manciata di pezzi già apprezzati sul precedente lavoro. Al netto dell'indiscutibile piacevolezza di queste canzoni, che ci derivano da un'epoca dove la Bellezza non era ancora stata soppiantata dalla mediocrità, va premiata in toto l'opera di recupero, fondamentale per capire quali sentimenti animassero menti e cuori in un periodo storico non da cancellare dissennatamente, ma con cui fare i conti, fra irriverente ironia (emblematica "Sanzionami Questo") ed una fierezza che non può essere ridotta a "fanatismo" o, peggio ancora, ad una specie di "abbaglio collettivo", specie perché figlia di un sentimento unitario sino ad allora sconosciuto. Fra tanta fedeltà storica, l'artista siciliano si concede solo con la conclusiva e celebre "Lilì Marleen" una digressione dialettale, cantando il brano sotto forma della parodia che circolava a Messina, e che ironizzava sui razionamenti alimentari. Un documento sonoro di alto ed indiscutibile valore divulgativo, specie per chi, sul Fascismo, ha dato più retta a Pasolini rispetto a chi, oggi, non ha altri argomenti che non siano il paventare "pericolosi ritorni". E sarà pur andata diversamente, ma niente descrive meglio delle parole di Asvero Gravelli lo spirito di quest'opera: "Il Fascismo ha vinto perché aveva i canti più belli".
Roberto Alessandro Filippozzi
https://myspace.com/corazzatavaldemone