29-12-2007
M.B. (MAURIZIO BIANCHI)
"Regel"
(Final Muzik)
Time: (55:42)
Rating : 8.5
Dopo vari anni di attesa la Final Muzik si prende l'onere e l'onore di ristampare uno degli antichi pezzi da novanta firmati M.B., "Regel", che vedeva la luce in formato LP nel 1982, ossia subito dopo le sperimentazioni su nastro di Maurizio Bianchi e insieme ai tanti vinili che caratterizzavano quel periodo fervido della sua carriera. La voglia di creare qualcosa di nuovo e diverso era talmente forte che, ad ascoltare adesso quest'album, si ha ancora l'immediata impressione che suoni di tal genere all'epoca non avevano precedenti, e ad oggi non hanno ancora avuto un seguito. A differenza di altri lavori di Maurizio, "Regel" è a tutti gli effetti bipartito in due momenti distinti, e la suddivisione in duplice traccia serve a segnare un confine sonoro definito e netto. La prima tranche è un'esperienza allucinante in cui suoni e rumori tecnologici invadono e si appropriano della mente umana (sebbene sia un'unica mente a decomporli e muoverli): tra accenni di ritmiche e concretismi di ogni sorta attraversiamo in poco più di venti minuti la società post-moderna degli anni '80, frammentata e ricomposta in un vortice senza fine. La seconda fase è l'esatto opposto della precedente ed è basata su un tema unico, analogico e retrò nella sua essenza rumorosa, che attraversa tutta la durata del pezzo viaggiando su scabri sottofondi. In un certo qual modo, può rappresentare la quiete dopo la tempesta. A chiudere il CD è posto (presumo per mere ragioni cronologiche) il classico "Acido Prussico", pezzo apparso in origine nella compilation "Neuengamme" (guarda caso!), croce e delizia di tanti appassionati, stampata nel 1982 dall'inglese Broken Flag. Questa bonus track fu già inserita in coda a "Regel" nella precedente ristampa, realizzata nel 1998 per il primo volume del box Archeo. Il brano (e soprattutto il suo titolo) è una delle tante testimonianze della controversia che segnava le prime produzioni di Maurizio, qui più legato ai suoni della nascente power-electro inglese (Ramleh, Whitehouse ed altri) che a una linea sperimentale propria. In definitiva, "Acido Prussico" traduce in forma audio l'orrore attonito e feroce che suscita il temibile composto chimico, i cui effetti sono visibili anche nella copertina originale della compilazione. Ma al di là dell'innegabile importanza del brano, fondamentale per capire e ripercorrere le prime fasi della carriera di Maurizio, rimane il fatto che non sembra avere dei collegamenti così forti a livello tematico e sonoro con le altre due tracce. I collezionisti noteranno in questa edizione della Final Muzik la sostituzione (a mio dire opinabile) della copertina originale: la vecchia cover rossa monocroma di "Regel" traduceva in pieno il mistero e l'aggressività compatta del contenuto del disco, mentre la foto sfumata della ristampa rimanda ai suoni più recenti di Maurizio, e in particolare dà un senso di indefinito che trovo inappropriato per un prodotto così deciso e diretto. Maurizio Bianchi ha segnato un'epoca con le sue sperimentazioni, ma ancora in troppo pochi se ne rendono conto: non credo che vi capiterà una seconda occasione per sentire un disco del genere, un livello tale non è mai stato raggiunto!
Michele Viali
http://www.myspace.com/maurizio_bianchi