21-03-2022
MAGAZZINO CDF
"Play Very Loud"
(Hellbones Records)
Time: CDr (62:38)
Rating : 4
Disco d'esordio per questo collettivo italiano, fautore di un'elettronica sperimentale e rugginosa a cui viene unita a più riprese una batteria suonata. Il disco si dipana attraverso sei tracce, alcune delle quali veramente lunghe, strutturate su un noise riflessivo che tende a "graffiare" senza scadere in un'aggressività troppo diretta. Le due tracce di inizio e di chiusura, speculari sin dai titoli, sono le uniche che cercano una vena minimamente ambientale con basi che si lasciano andare a loop dalle fattezze quasi ritmiche, contornati da percussioni "vive" e suonate. Il corpo del disco si risolve, invece, in una concretizzazione rumoristica che destruttura e rielabora in maniera tanto sperimentale quanto improvvisata elementi generati sinteticamente, o - forse - carpiti dall'esterno. Nulla più per un disco spiazzante che non comunica nulla se non la propria passione per il rumore, un rumore fine a sé stesso che però non riesce a colpire nel segno, rispetto a quanto fatto da alcuni maestri giapponesi (Merzbow su tutti) e non solo. Le tecniche di assemblaggio, la scelta dei toni e la resa audio non sembrano così travolgenti, tanto che dopo poco comincia a far capolino una noia figlia di un album che non trasmette nulla, se non la voglia di "giocare" con alcuni marchingegni sonori. Confezione troppo povera e grafica incomprensibile per un disco prodotto nel discutibile formato CDr. Non ci voleva molto per fare di meglio.
Michele Viali
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