18-12-2007
MALLORY SWITCH
"Mallory Switch EP"
(Mallory Management/Black Nutria)
Time: (19:21)
Rating : 7.5
"A new electro-mechanical rock band". È così che si definiscono i torinesi Mallory Switch, quintetto al debutto ufficiale con l'EP in questione, e noi ci sentiamo di sottoscrivere in pieno tale definizione. Il sound della band, infatti, coniuga sapientemente l'irruenza tipica del rock con certe suggestioni elettro-meccaniche tanto in voga al momento (sfruttate persino da Kylie Minogue nel suo nuovo singolo "2 Hearts"), ed il risultato è un sound fresco, smaliziato ed energico in grado di accattivarsi i favori non solo degli electro-rockers e del pubblico 'alternative', ma anche di quelli che si sentono 'alternativi' pur ascoltando artisti dal successo planetario come Marilyn Manson e Garbage. L'EP si apre con "Hypocrisymn", che bene alterna strofe tese e dinamiche ad un vorticoso refrain, con la chitarra di Erik Goldbaum che graffia tanto quanto la velenosa ma sensuale voce della frontwoman Audrey Lynch ed una sezione ritmica versatile ed incisiva; bene anche la più suadente e sfrontata "My Big Sin", costruita sapientemente e capace di sfociare in un ritornello ruvido ed intenso. L'eccellente andamento elettro-meccanico dell'avvolgente "No Evil" guida le vellutate strofe sino ad un altro refrain ruvido e di grande impatto, mentre la conclusiva "Tempter" mette ulteriormente in mostra l'estro compositivo della band, che si dimostra capace e versatile anche alle prese con un episodio più nervoso, caustico e macchinoso, senza peraltro dare mai l'impressione di voler strafare. L'EP offre anche la traccia video di "Hypocrisymn", ottimo corredo visivo alle suggestioni tematiche della band, nonché lodevole sotto il profilo realizzativo. Un primo passo ammirevole sotto ogni aspetto (inclusa l'efficace produzione e la bella confezione digipack), perfetto per evidenziare le abilità di una band coesa, capace e praticamente già pronta per debuttare sulla lunga distanza. I Mallory Switch sono potenzialmente in grado di raggiungere persino il circuito mainstream (senza peraltro doversi svendere agli eccessi patinati del pop), e sarà pertanto molto interessante vedere cosa riserverà loro il futuro...
Roberto Alessandro Filippozzi