08-03-2021
THEY DIE
"Deviant Love"
(Jetglow Recordings)
Time: CD (46:25)
Rating : 7
Nati nel 2020 dalle ceneri della corazzata harsh-EBM First Black Pope con la medesima formazione (il frontman Simone Scarani, il chitarrista Massimiliano Griggio ed il mastermind della parte elettronica Giorgio Ricci), i padovani They Die esordiscono - su CD, nastro e download - con "Deviant Love", opera prima di un act che descrive il proprio sound come un minimale crocevia tra post-punk, goth e batcave, attraverso il quale intende rivisitare in chiave contemporanea gli albori del genere dei primi anni '80. Il dischetto, racchiuso in un essenziale digipack, tiene ampiamente fede alle intenzioni del progetto già dalla doppietta iniziale coi due singoli "Sick Boy" e "That Flame Goes Out", carichi di groove e con la tipica chitarra affilata, con Simone a suo agio nel gestire una vocalità per lui non certo nuova, giacché prima dei FBP ci furono quei Crying Orchards le cui dinamiche erano piuttosto affini a quelle dei They Die. Bene anche la più rockeggiante "Endless End", che precede il primo vero picco dell'opera, ossia la title-track, lento ed ipnotico cerimoniale di grande effetto, cui segue un'onesta cover del mega-classico degli Ultravox "Dancing With Tears In My Eyes", ben contestualizzata dal trio veneto. Se l'intensa "Bride Into The Dark" è un elogio alla purezza del suono dark, spetta al drammatico e suggestivo gioiellino "Cold Emotion" svelare un ventaglio più ampio di soluzioni, tra afflati eterei/atmosferici e bei ricami melodici dai toni fiabeschi, mentre la chiusura ci riserva un altro picco del calibro di "To Smile To Death", arioso e foriero di una maggior raffinatezza. Se nei frangenti più ritmati "Deviant Love" si dimostra fedele a canoni stilistici ampiamente codificati e sedimentati nella storia della musica goth, è nelle varianti - incarnate dai tre highlights dell'album - che Simone e soci mostrano la propria esperienza e le proprie capacità, lasciando chiaramente trasparire possibilità superiori rispetto alla pur apprezzabile rivisitazione di un sound destinato a funzionare bene anche in sede live: staremo a vedere se la band intenderà spingersi oltre certe dinamiche nel suo percorso futuro, apprezzandone per ora la concretezza, l'onestà intellettuale e lo spirito con cui padroneggiano la materia.
Roberto Alessandro Filippozzi
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