24-11-2020
DISMAL
"Quinta Essentia"
(DreamCell 11)
Time: CD (57:46)
Rating : 8
Con una line-up ormai consolidata attorno alle figure del fondatore e mastermind Bradac (tastiere ed elettronica), di Rossana Landi (voce, contrabbasso) e Daniele Porfido (chitarre), i Dismal hanno imboccato la strada della definitiva maturità di un sound che, da 25 anni a questa parte, ha seguito un percorso coerente che ha dato i suoi frutti. Un suono che ha attraversato il gothic metal per inebriarsi di quegli orpelli sinfonici e sognanti che hanno dato vita ad un mondo fiabesco ed onirico, per poi trovare col background della Landi nuove e fruttuose strade, divenendo via via sempre più ricco nel suo profondere melodie ed intrecci tanto emozionanti quanto squisitamente teatrali. Con "Quinta Essentia", quinto album presentato in un'ampia varietà di pregiati formati (CD digipack, due edizioni limitate in doppio vinile - nero o rosso - con traccia bonus ed un lussuoso cofanetto celebrativo dei 25 anni di attività, ricco di gustose sorprese e limitato a soli 50 esemplari), la band piemontese consolida - sette anni dopo i buoni riscontri ottenuti col precedente "Giostra Di Vapore" - il lavoro di tanti anni di ricerca artistica ed interiore, sintetizzando la propria formula in un distillato oggi più completo, compatto, efficace e per molti versi finalmente più vicino alla forma-canzone. Quel tipico tocco fiabesco e sognante, al pari della vena gothic metal, traspare chiaramente già dall'iniziale "Gold Leviathan", ma è subito dopo tale degno incipit che arrivano le cose migliori: anzitutto "Turin Black Light", dolcemente ariosa e melodiosa, particolarmente ricca tra porzioni jazzate, oscure, evocative e sinfoniche; poi "Alma Mater", dolce ed intima, con gli ottimi cantati in italiano che ne esaltano il carattere; e infine "Mind & Randomness", elegante nelle sue trame gotico/sinfoniche, con Rossana brava a sfoderare quel suo background che spazia fra generi altri, qui ben contestualizzati in un'ottima prova vocale che, globalmente, porta la band a vincere anche la sfida dei refrain, ora realmente pregnanti e riusciti. Alla forte teatralità della sontuosa "Hermes The Thrice Greatest" rispondono le influenze orientali della più tagliente "Beyond The Matter", mentre sia la suadente "The Big Bang Is My Light" che quella "Pale Blue Dot" dotata di maggior ampiezza - nonché capace di inglobare anche il sax - aprono a porzioni metal atte a donare quel quid di ruvidità in vero non più così indispensabile, prima che la sognante e recitata "Leviathan Of Gold" ponga fine al viaggio sonoro e filosofico che caratterizza l'opera. Senza dubbio alcuno, "Quinta Essentia" si rivela come la prova meglio bilanciata della band, che nel suo lodevole percorso artistico ha trovato passo dopo passo una sintesi più efficace, pur mantenendo inalterata quella tipica ricchezza di soluzioni che ne ha caratterizzato l'intera carriera, restando nella splendida scia di meteore indimenticate come i Tactile Gemma e gli inarrivabili Ad Ombra. Il disco della consapevolezza.
Roberto Alessandro Filippozzi