09-07-2020
MASTICE
"Crepa"
(Hellbones Records/I Dischi Del Minollo)
Time: CD (37:10)
Rating : 7
Dopo il buon esordio di fine 2014 "Violente Manipolazioni Mentali", il duo ferrarese composto da Riccardo Silvestrini (chitarre, synth, drum-machine, rumori) ed Igor Tosi (voce, synth, rumori) torna con l'atteso secondo album, realizzato nuovamente dalla I Dischi Del Minollo, ma stavolta in collaborazione con l'agguerrita Hellbones Records. Coadiuvati ancora una volta da Samboela, che si occupa sia della registrazione e del mixaggio che delle parti di batteria e synth, nonché supportati dagli aiuti esterni di Paolo Mascolini (Sozu Project, violoncello), Arianna Poli (voce) e Matilde Tosi (rumori), i Nostri proseguono per quella strada che incrocia il noise industriale con un approccio più ortodosso di matrice rock/metal, stavolta con fare meno "cantautorale" rispetto al debut. Racchiuso nella classica confezione che ricalca quelle dei 7" e disponibile anche in vinile (oltre che in download), l'album - incentrato sui conflitti interiori alla base del dualismo fra vita reale ed illusione di perfezione - si apre coi vortici noise controllati e col recitato arcigno di "L'Aspettativa", sfoderando un buon crescendo d'intensità che ritroviamo anche nella straniante "Antiballata", fra spoken words nervose, ritmi sottili, melodia ed il canto salmodiante della Poli sullo sfondo. È "Preghiera" ad introdurre una costruzione rock/metal più robusta che ben si fonde alle urla in background, allo stesso modo della speculare ed accorata "Testa Di Igor", e se la tesa e dolorosa "Laser" si spinge fin verso lidi doom metal, "L'Attimo" stempera i toni con un piglio più rock e ritmato. Il recitato torna a farsi arcigno fra le pieghe dell'industrial pulsante di "Paralisi", mentre il finale apre ad una maggior pacatezza, dapprima con la lenta, elettrica e vibrante "Rumoroso", e poi con l'altrettanto lenta e melliflua dark ballad "L'Abbandono", che chiude l'opera all'insegna della mestizia. Tanti buoni spunti ed intuizioni per un act che sa muoversi agilmente fra quei generi che ben intrecciano - seppur con dinamiche molto più crude, rumorose e feroci ad ogni livello - i Khost, e che pare avere le carte in regola per andare oltre determinati schemi: in tal senso sarà interessante seguirne le prossime mosse discografiche, apprezzando nel frattempo questo valido ritorno.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://masticeband.wordpress.com/
https://hellbonesrecords.bandcamp.com/