13-08-2019
THE LUST SYNDICATE
"Capitalism Is Cannibalism"
(Trisol)
Time: CD (49:09)
Rating : 8
Forte della grande credibilità artistica della sua creatura Spiritual Front, Simone Salvatori aveva di certo creato attese ed aspettative per questo suo nuovo progetto, che ha debuttato con l'album in esame (rilasciato in due edizioni comprendenti sia il formato in vinile che quello in CD, dove quest'ultimo presenta ben sei tracce in più rispetto al promo in nostro possesso) ad inizio 2019. La premessa tematica era chiara: messa da parte la sfera sessuale/emotiva di Spiritual Front, l'impegno era quello di trattare le grandi e reali questioni sociopolitiche, sottolineando in maniera netta le subdole storture del sistema capitalistico e mettendo in evidenza quale sia il vero nemico comune. Temi di fondamentale e trasversale rilevanza (che ci ripromettiamo di approfondire a dovere in sede d'intervista), trattati con tutta la cruda durezza del caso, che marchiano a fuoco l'intero progetto, condannando sin dal titolo la bestia chiamata "capitalismo". Al fine di dare il giusto corpo sonoro alla lucida analisi di una realtà altamente distopica (per chi la sa vedere e soppesare), Simone ed il suo sodale Fabio Colucci (già collaboratore di Spiritual Front), muniti di synth e percussioni, forgiano un sound di matrice electro-industrial giocato su distorsioni, clangori metallici ed un drumming intenso dove l'unico, inevitabile punto di contatto con Spiritual Front risiede nell'ormai inconfondibile - benché qui manipolata - voce del frontman capitolino, che conserva determinati tratti cantautorali anche all'interno di un contesto così differente dalla band-madre. Corredata da una manciata di "statements", ossia degli spoken words musicati ad hoc, atti a delineare il fosco quadro tematico dell'opera ed a spiegare ciò che dovrebbe essere sotto gli occhi di tutti (narrati da Mark Thompson Ashworth e da Michael De Victor, quest'ultimo di fama While Angels Watch), la scaletta si presenta compatta e ricca di soluzioni intriganti, a partire dal battito serrato che scandisce i temi electro-industrial di "Death Moves Towards Us", sino alle movenze dimesse e soffuse della conclusiva "The Word Of God (Is His Sperm)". Gli eclettici cantati si fanno talvolta salmodianti (l'acida "Utopia As Violence", la più severa "Capitalism As Religion") e nell'arco dell'opera non mancano anche refrain vincenti (come quello della magnetica e cadenzata "From Despair To New Barbarism"), mentre il momento più ligio ai dettami industrial è rappresentato dall'austera e stridente "One Creed". Bene la nervosa, serpeggiante ed istrionica "Deserted Future", così come l'intensa ed incalzante "Financial Aristocracy", mentre il contributo più vicino al cantautorato è senza dubbio "Black Virgin-Stabbed Jesus", sorta di traduzione in chiave industriale di certi stilemi di Spiritual Front. Tutto questo in un lavoro solidissimo, compatto e variegato, messo in atto da un progetto che non si è limitato a prendere in prestito basi e modalità arcinote per dare uno sfondo alla componente tematica, preferendo plasmare astutamente la materia industriale per la creazione di un suono personale, efficace ed ideale anche per la resa live. Missione compiuta con pieno successo, per un lavoro quanto mai necessario - specie di questi tempi - che, al di là del piacere dell'ascolto, deve inevitabilmente far riflettere.
Roberto Alessandro Filippozzi
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