13-04-2019
PIVIO
"Mute"
(I Dischi Dell'Espleta)
Time: CD (61:02)
Rating : 7.5
Riassumere in poche parole la carriera del genovese Pivio - al secolo Roberto Pischiutta - non è impresa facile, poiché negli ultimi venti e più anni ha firmato assieme al concittadino e sodale Aldo De Scalzi oltre 150 colonne sonore di alto livello per cinema e tv, ottenendo peraltro numerosi riconoscimenti di prestigio, oltre ad aver pubblicato lavori come solista, sotto il monicker Trancendental (anche questo creato assieme a De Scalzi, con cui ha inoltre fondato l'etichetta I Dischi Dell'Espleta) e con quegli Scortilla che fondò nel lontano 1979 assieme a Marco Odino. Se il 2017 aveva visto il Nostro rendere omaggio a David Bowie con l'album di cover "Lodging A Scary Low Hero", il nuovo lavoro torna a seguire la scia del full-length del 2016 "It's Fine, Anyway", traslando certe dinamiche new wave in un contesto più affine tanto a certo electropop quanto ad un alternative rock incarnato dai ruvidi ricami della vibrante chitarra. Concettualmente fondato su di una personale ed estremamente laica rilettura dei dieci comandamenti, l'album si apre con il groove ossessivo di "I Am" e prosegue bene con le cadenzate nevrosi di "Thou Shalt Have No Other Than Me", prima dell'unico contributo strumentale esterno di cui gode l'opera: quello di un quintetto d'archi, che apporta azzeccati arrangiamenti cinematici fra le strutture più vibranti, chitarristiche e rock di "Don't Say My Name". Il groove si fa magnetico in "Remember To Forget", mentre Pivio mostra di che pasta sia fatto rileggendo con personalità e carisma "Night Shift" di Siouxsie And The Banshees, prima che "The Girl With Silver Wings" scaldi il dancefloor col suo battito serrato. L'estro del navigato compositore ligure emerge sempre con forza, sia che si tratti delle geometrie sconnesse di "The Day I Stole Something Damaged", dell'elettricità alternative rock di "Failed Witness" o delle movenze più intime di "Because I Need You", complice un cantato i cui contorni algidi e grigi ben funzionano all'interno di un songwriting attento a catturare le emozioni; molto bene anche le ipnotiche ed inebrianti tessiture di "Global Plundering", mentre tocca alla title-track, strumentale di classe fra note di piano e synth dronici, far calare il sipario sull'opera. Un ritorno in grande stile (a partire dalla pregevole confezione eco-wallet completa di booklet) che è l'ulteriore conferma del talento compositivo di Pivio, indiscusso sia in coppia con De Scalzi che in solitaria, nonché capace di superare agevolmente le barriere fra i generi ed i facili incasellamenti per comunicare con la forza delle emozioni, in maniera assolutamente trasversale.
Roberto Alessandro Filippozzi
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