27-09-2018
ALBIREON
"A Mirror For Ashen Ghosts Part One"
(Toten Schwan/Torredei Records)
Time: CD (48:24)
Rating : 7.5
L'oramai veterano trio emiliano, che proprio quest'anno celebra il ventennale di attività, torna finalmente con un nuovo full - uscito a Maggio in 100 copie oramai esaurite, ma ancora disponibile in formato digitale - dopo l'ottimo split con Omne Datum Optimum di due anni fa. Stavolta sono le forze congiunte di Torredei Records e Toten Schwan a portare alla luce "A Mirror For Ashen Ghosts Part One". A sorprendere è soprattutto questo secondo nome, che con Albireon ha sempre viaggiato su binari paralleli, mai incrociandosi. Solo ascoltando l'album si capisce invece come questo nuovo tassello della loro produzione ben si sposi con il resto del catalogo dell'etichetta di Marco Valenti: un tormentato affresco fantasmatico di folk oscuro e disperate ricercatezze soniche tra ambient e drone. "A Mirror For Ashen Ghosts Part One" predilige quelle sonorità di lucida depressione e ribollente sperimentalismo che abbiamo imparato a conoscere agli esordi del progetto con album come "Il Volo Insonne" o "I Passi Di Liù", quei dettami che facevano e fanno tutt'ora di Albireon un progetto folk lontano dal folk stesso ed una realtà mutevole ed imprevedibile, che sa sorprendere ad ogni uscita. Dedicato alla memoria di Per Yngwe Ohlin (Dead dei Mayhem), ma anche e soprattutto ai cosiddetti 'invisibili', che siano persone vittime di abusi, stupri o violenze di ogni genere che coraggiosamente vanno avanti nonostante l'onta indelebile che li perseguita, il nuovo lavoro di Albireon è anche una sorta di collegamento verso un mondo di anime solitarie ingrigite dal tempo ed effimere quanto le loro vite solitarie. La palese dimensione di fiaba nera - un vero trademark di Albireon - si impreziosisce con collaborazioni di livello quali Tamar Singer alla voce in due pezzi ed Egidio Lista di Umbra Aevi al basso, senza contare l'ottimo master di Daniele Santagiuliana ed il sempre apprezzatissimo contributo grafico di Massimo Romagnoli ed i suoi dipinti, vero e proprio specchio visivo della musica degli emiliani. Con titoli che richiamano paesaggi cinerei ed impalpabili, ma anche quel metal di estrazione black in un ulteriore tributo a Dead, il nuovo capitolo di Albireon fluttua e si contorce nel suo inizio tra contrasti chiaroscurali di luminescenze acustiche e ruvide pennellate elettriche ("The Path Of Loneliness", "Through Branches Of Grim Beauty"), lunghe tessiture umbratili che esplodono in un magnifico dark-folk cascadico dal passo lento ed opprimente - la stupenda "Beyond The Dreaming Forest", presente anche nella più breve versione Video Edit a conclusione del disco - o in selve arpeggiate di luminescente emozionalità ("Like Stars In Winter Rapture"). Di approccio più disturbante sono invece le ruvide sferzate di chitarra elettrica in contrasto con le vocals e l'acustica in "For A Last Day Of Swirling Leaves", le impalpabili e subdolamente penetranti vocals e gli inquieti reverse di "In A Mossy Lake Of Ghosts", il crescendo sempre più aggressivo di "My Grave In The Heart Of The Woods" e l'elettrochoc perforante la delicata tristezza cadenzata di "Above Black Shores". Album tra i più oscuri ed inquieti del progetto Albireon, un viaggio vivido e non privo di pericoli non solo tra le lande favolistiche e sovrannaturali di cui sopra, ma nell'anima stessa di Davide, artista tormentato ma anche spasmodicamente attaccato al bello ed all'emozionale, compositore multiforme ed insaziabile che da due decenni, assieme ai suoi sodali, ci regala meravigliosi incubi narrati in musica.
Lorenzo Nobili
https://albireon.wordpress.com/
https://totenschwan.bandcamp.com/