27-09-2018
MARTYR LUCIFER
"Gazing At The Flocks"
(Seahorse Recordings/BlackHeavens Music)
Time: CD (49:41)
Rating : 7
Cinque anni dopo "Shards", uscita che raccoglieva tre EP in un'unica soluzione, il progetto del singer e strumentista italiano Martyr Lucifer (noto per la sua militanza in formazioni più metal-oriented come Hortus Animae e Space Mirrors) torna con l'atteso secondo album dopo il debut del 2011 "Farewell To Graveland". Un percorso che ha visto inizi più vicini a certo gothic metal, per poi virare verso il goth-rock dapprima con la suddetta trilogia di EP, e poi in maniera più evidente con la nuova fatica, realizzata coinvolgendo il chitarrista ungherese Nagaarum e, soprattutto, il drummer svedese Adrian Erlandsson (At The Gates, Paradise Lost etc.), ed infine confezionata in un elegante digipack completo di booklet. Raggiunta con l'esperienza una maggior consapevolezza dei propri mezzi, la band offre ora un songwriting più completo e scorrevole, aprendo con le due parti di "Veins Of Sand": dapprima un'introduzione strumentale di buon effetto, utile per mettere in risalto la qualità della produzione, e poi subito un chiaro esempio di come il goth-rock abbia preso il sopravvento sulla componente metal, guadagnando in immediatezza. "Bloodwaters" è un buon esempio di come il sound si sia fatto più trascinante, così come la più tesa "Feeders", tra finezze di buon livello e porzioni di chitarra solista; la prima parte di "Leda And The Swan" (scelta per il videoclip) affonda nella darkwave più catchy e immediata, con la voce della corista ucraina Leìt maggiormente impiegata, mentre la seconda parte - interamente strumentale - rimanda a certe cose dei già citati Paradise Lost. Il piglio rockeggiante riesce talvolta a fare il paio con refrain azzeccati ("Wolf Of The Gods"), laddove in altri frangenti è l'enfasi a scandire i momenti salienti dell'opera ("Benighted & Begotten", "Spiderqueen"); sorprendono i blastbeat posti all'inizio di "Flocks", mentre la chiusura è affidata a Leìt, la quale, nonostante qualche limite, si ritaglia uno spazio vocale da protagonista fra il piano e le tastiere di "The Song Of Empty Heavens". Un progetto in crescita che, limando certe residue asperità di derivazione metal e lavorando su una vocalità più ampia e versatile, può ambire ad un ulteriore e più evidente salto di qualità che pare essere alla sua portata. Disponibile anche nell'edizione limitata comprendente il bonus-CD "The Oniric Session", ossia un live registrato in studio con brani ripresi da tutti i lavori della band.
Roberto Alessandro Filippozzi
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