13-03-2018
VIRIDANSE
"Hansel, Gretel E La Strega Cannibale"
(Danze Moderne/Fonoarte)
Time: CD (60:36)
Rating : 8.5
Quando parliamo dei Viridanse, parliamo di una delle realtà più importanti dell'underground italico. Questi signori, originari di Alessandria, nei primi anni '80 diedero alle stampe alcune fra le cose più significative della new wave italiana. Il loro album d'esordio "Mediterranea", non a caso uscito per la Contempo Records, pur essendo rimasto chiuso nel circuito underground non aveva nulla da invidiare ai lavori dei campioni new wave dei quel periodo, tipo Diaframma o Litfiba. La loro storia, però, si interruppe dopo appena cinque anni di attività, salvo poi riprendere ufficialmente nel 2014, complice anche l'uscita di una compilation ("Gallipoli 1915 E Le Altre Storie" del 2012) contenente il materiale dei loro esordi. "Hansel, Gretel E La Strega Cannibale" è in realtà il secondo episodio nato dalla reunion e arriva a due anni di distanza dal precedente "Viridanse". Pur mantenendo un approccio new wave, soprattutto dal punto di vista vocale, i Viridanse irrobustiscono il suono, virando verso territori più vicini all'hard rock e allo stoner rock, cosa che negli ultimi tempi hanno fatto anche altri importanti progetti come Current 93 o Der Blutharsch. Questo ha comportato un cambiamento radicale a livello di musicale con un lavoro sulla struttura dei brani, che sono passati dalla classiche canzoni di 3-4 minuti a lunghe session dove si fondono temi e ritmi diversi, alla maniera del prog-rock. Già la title-track, che apre il disco, si presenta così: una lunga jam di stampo metal progressive, aggressiva e lancinante. La successiva "Arkham" si dipana lungo le stesse coordinate sonore, mentre in "Alle Montagne Della Follia" le atmosfere prog prendono il sopravvento grazie alle tastiere e ad una melodia onirica che si alterna con fragorose esplosioni chitarristiche, ricordando alcune cose dei Neurosis (pur con i dovuti distinguo). In "Scomunica" troviamo il miglior arrangiamento del disco, mentre la seguente "Aria" si rivela un pezzo maestoso e dissonante, con un refrain disperato intervallato da atmosfere cosmic rock. Ne "Il Grande Freddo" la band offre la parte più selvaggia e travolgente della propria arte, mentre la chiusura è affidata alla psicotica e delirante "Madre Terra". Non sono poi da sottovalutare i testi, rigorosamente in italiano, rabbiosi ma visionari, ricchi di riferimenti occulti e metafore, ed anche la parte visuale, con una copertina inquietante nella suoi colori infantili (Current 93 docet). "Hansel, Gretel e La Strega Cannibale" è senza dubbio un gran bel disco, compatto e complesso allo stesso tempo, coerente con le proprie scelte estetiche, senza compromessi nella sua durezza ma anche ricco di sfumature. Non è un disco 'da compagnia', cioè da ascoltare in sottofondo mentre si fanno altre cose, ma pretende, giustamente, un ascolto attento ed appassionato e vuole il sudore dell'ascoltatore, unico modo per immedesimarsi con il lavoro dell'artista.
Ferruccio Filippi
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