13-03-2018
RICHARD VON SABETH
"The King Of Nothing"
(Rehab Records)
Time: CD (37:07)
Rating : 8
Dopo essersi costruito una solida reputazione attraverso i quattro album dei suoi ottimi Spiral69, il mastermind Riccardo Sabetti s'imbarca - attraverso la sua etichetta personale - in una nuova avventura solista che lo vede assoluto protagonista (assieme a pochi selezionati collaboratori) dietro lo pseudonimo di Richard Von Sabeth. Confezionato in un essenziale quanto gradevole digipack, "The King Of Nothing" consta di nove tracce in cui il Nostro mette a nudo la sua anima più rock, lasciando che sagaci orchestrazioni colorino di tinte scure dal retrogusto goticheggiante una scaletta concisa ma completa e di ampio respiro. Un'opera in cui è facile percepire quanto personali e profonde siano le esperienze di vita che hanno ispirato il songwriting, a partire dalla drammatica e sinfonica title-track, cui fa eco una "Petrichor" dolente in cui il piano tesse trame toccanti. Ma non sono da meno frangenti carichi di sincera passione come la sognante "Kiss Your Darkness", con le sue morbide atmosfere, ed il superbo atto finale "Fall", dove gli archi esaltano quel pathos che è sempre presente nella scrittura di Riccardo. Echi della collaborazione con l'amico e concittadino Simone Salvatori si possono udire in una "Funeral Party" dalle orchestrazioni pompose il cui istrionismo rimanda proprio agli Spiritual Front, mentre tutto il carisma di Riccardo viene fuori alla grande tanto con l'accesa ed intensa "Dance With Ghosts" quanto, soprattutto, con la sfrontata "Death Motel", picco d'energia che fa il paio con quella tagliente "Agony" dall'accorato refrain. Molto bene anche l'ariosa "The Taste", ennesima riprova di come il compositore partenopeo - dall'alto della sua notevole esperienza - sappia superare agilmente i paletti del rock a tinte gotiche in un disco che, grazie all'indubbia sincerità nel liberare le emozioni, all'indiscussa abilità nel musicarle ed all'eclettismo della scrittura del suo autore, ricorda la forza espressiva e l'animo vibrante del miglior IAMX di "The Alternative". Una certezza su cui puntare per chi già conosce ed apprezza gli Spiral69, ma anche un mirabile primo passo solista dall'ampio e trasversale potenziale che merita pienamente un doveroso ascolto.
Roberto Alessandro Filippozzi
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