19-12-2017
GIOVANNI LEONARDI
"Monarch"
(Blücher Records/Old Europa Cafe)
Time: CDr (65:41)
Rating : 7.5
Non pago dei positivi riscontri ottenuti con progetti di alto livello come Carnera e Divisione Sehnsucht, oltre all'ampiamente celebrata band-madre Siegfried, il sassolese Giovanni Leonardi ha trovato un'ulteriore valvola di sfogo creativo nel solo-project che porta il suo stesso nome, con cui ha positivamente esordito lo scorso marzo. Solo con le sue amate macchine analogiche e libero di lasciare spazio all'improvvisazione, col debut "The Alchemist Organizer" Giovanni ha reso omaggio alla miglior 'kosmische musik' settantiana, in un album poliedrico quanto egli stesso. Ed è facile desumere che ci abbia preso gusto, dal momento che il follow-up "Monarch" è arrivato a soli otto mesi dal suo predecessore, nonostante gli altri impegni di cui sopra. Un segno inequivocabile della piena libertà artistica del progetto è il fatto che, pur conservando le metodologie di "The Alchemist Organizer", "Monarch" suoni assai diverso rispetto ad esso, spostando il tiro verso un sound che può venire descritto a pieno titolo come 'dub-industrial', come le stesse note ufficiali indicano. Prevalentemente - o pienamente? - incentrato sui programmi segreti statunitensi per il controllo mentale a partire dal titolo stesso ("Monarch", ossia la farfalla monarca in cui il bozzolo deve trasformarsi, metafora per la trasformazione dell'individuo da compiersi non per un processo naturale, come appunto quello delle farfalle, bensì attraverso la coercizione psichica), e come ribadiscono anche diversi titoli di brani adottando terminologie ben note a chi s'interessa di 'livelli superiori', l'album - confezionato anche stavolta in un essenziale digipack e disponibile in sole 60 copie numerate a mano - offre molti spunti di riflessione extramusicali, a partire dal simbolismo impiegato per la parte grafica. Stesso discorso per la parte musicale, che prende le mosse dall'IDM filmica dell'iniziale "MK Ultra" per poi innescare la spirale dub-industrial, resa al meglio negli oltre 10 minuti dell'ipnotica "Handler". Meccaniche aspre ed abrasioni ritmiche industriali dettano i tempi di un lavoro che sa incrociare durezza ("Programmazione Delta") e spazi dilatati, passando da ambientazioni spettrali ("Mind Control") a trame di più ampio respiro ("Sex Kitten" e la suadente "Over The Rainbow"). Il taglio didascalico dell'opera viene esaltato dalla tensione sprigionata dalla straniante "The Manchurian Candidate" (tesa al pari dell'eccelsa pellicola da cui prende il titolo), senza tralasciare ambientazioni più fredde ed isolazioniste (l'algida "Odile" e la lenta e monolitica "Frattura") ed un'oscura ossessività (la title-track), prima di un atto finale più 'morbido' ed 'urbano' come "I Was Perfect". Elementi che si compenetrano in crescendo all'interno di brani mai statici, ed anzi capaci di evoluzioni ritmico-rumoristiche cariche dei giusti significati, nonché foriere delle atmosfere ideali per il raggiungimento dello scopo prefissato. Più che abbastanza per parlare di un progetto in crescita e per confidare in sviluppi futuri ricchi di ulteriori sorprese, oltre che per rendere onore ad un musicista che continua a dare un contributo importante all'intera scena nazionale.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://giovannileonardi.bandcamp.com/
https://www.facebook.com/blucherrecords/