20-12-2016
LUIGI RUBINO
"Il Soffio E La Voce"
(Ark Records)
Time: CD (47:32)
Rating : 8
Ci sono voluti oltre sette anni prima che Luigi Rubino tornasse sulle scene con l'atteso secondo full-length, ed alla fine il pianista partenopeo, approdato alla corte della nostrana Ark Records, si ripresenta al pubblico con "Il Soffio E La Voce". Descritta come "...un racconto sonoro sospeso in una dimensione onirica che rifugge dal caos che ci circonda per indicarci la via catartica e interiore attraverso la quale ritrovare noi stessi", la nuova fatica del musicista campano - fondatore degli Ashram ed oggi parte integrante del progetto Corde Oblique - viene nuovamente creata con l'aiuto di un manipolo di preziosi collaboratori (otto in tutto), così come già avvenne per il debut targato Prikosnovénie "A Theme For The Moon". Vocalizzi maschili e femminili, violino, droni, chitarre, flauto, fisarmonica e glockenspiel si muovono sottilmente a turno attorno al piano di Luigi per completare con soffici ricami composizioni cariche di pathos, ora sofferte e struggenti ("Oltre La Voce", "Star", "Campi Di Luce", "The Kiss", "Let Love", "The Earth Screams With Pain"), ora più poetiche e dolcemente appassionate ("Luce Mia Luce", "The Last Time", "Sensibility Is The Beginning"). Rubino, compositore che restituisce piena dignità al termine "neoclassico", lascia a tratti ampio spazio agli altri strumentisti, al punto che è il flauto ad essere protagonista nell'ombrosa "Illusion", mentre tocca alla chitarra acustica scandire le movenze di "Those Flowers"; fra tanto pathos, espresso con simile purezza d'intenti ed onestà, la palma di miglior brano spetta di diritto a "Fantasia In La", song dai tratti fiabeschi che si rivela il momento più completo dell'opera, oltre che il più coinvolgente. Luigi colpisce nuovamente nel segno con un lavoro impeccabile sul piano emozionale, trasudante una profonda sensibilità artistica, ideale per chi nel suono cerca autentica passione che sgorga dal cuore: l'attesa è stata lunga, ma il risultato ripaga ampiamente ogni aspettativa.
Roberto Alessandro Filippozzi
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