24-09-2007
WELLENWERKMANN NEUROSONOLOGICAL RESEARCH STATION
"Untitled"
(Final Muzik)
Time: (77:14)
Rating : 7
Dietro a questo nome eccessivo e complesso si nasconde Luigi Russolo, attivissimo in ambito industrial e sperimentale sin dalla fine degli '80 (tra le tante partecipazioni vi ricordo quelle con Stefano Biasin), assistito per l'occasione da Giorgio Ricci (ex-Templebeat, oggi nei RAN assieme a Romina Salvadori) e Devis G., quest'ultimo ben noto come sperimentatore (soprattutto in relazione al Teatro Satanico) e come editore per le edizioni Sottomondo. Questo CDr di elevata fattezza professionale è limitato all'irrisoria tiratura di 110 copie e diviso in ben 23 tracce di elettronica minimale: sfruttando le vecchie frequenze dell'industrial, Luigi Russolo struttura una miriade di brevi momenti che spaziano dall'ambient sintetico alla sperimentazione rumoristica, fino a pezzi con ritmiche spezzate o con temi circolari ossessivi, un qualcosa che tocca la produzione più recente dei Coil o le pieghe di Hafler Trio, ma con una personalità che colloca il progetto in una posizione di primo piano. Il filo conduttore di tutto il lavoro è l'imponente vena retrò, il sound artificiale che riconduce al modernismo estremo di 20 anni fa rielaborato ai nostri giorni. Odori asettici e sterili, luce bianca, assenza di gravità e metalli lucidi come specchi emergono da ogni traccia. Superlativa la confezione che, nella sua semplicità e linearità, va a reinterpretare le antiche cover di dischi industrial, grazie ad uno slipcase totalmente bianco con un foglio informativo stampato ed incollato nel mezzo. Ricordate le prime copertine degli Whitehouse e della Come Organisation? O anche il classico LP "Bar Maldoror" dei Current 93? Il CDr di Wellenwerkmann ne ripropone lo stile aggiornato ai formati moderni, una questione che mette ancora una volta in risalto la necessità di avere idee, prima che soldi da investire. Album fortemente consigliato sia agli amanti dell'industrial minimale e dell'elettronica vecchia scuola (pensate a Maurizio Bianchi o ai primi Die Form), sia a chi apprezza i suoni sintetici del nuovo millennio, nonché il respiro degli automi.
Michele Viali
http://www.myspace.com/wellenwerkmannnsrs